Migranti, anche i comunisti calabresi contrari al business dell’accoglienza – “immigrazione incontrollata causata dall’uccisione di Gheddafi voluta da governi imperialisti europei”

“Come Partito Comunista e Fronte della Gioventù Comunista esprimiamo la nostra più totale contrarietà all’apertura dell’Hotspot in queste condizioni nella zona portuale di Corigliano, misura volta a scaricare la responsabilità della questione immigrazione unicamente sui comuni del sud Italia. Questi, da semplici centri di identificazione, fra l’altro inutili nel momento in cui gli immigrati vengono abbandonati a sé stessi, diventano vere e proprie carceri, siano d’esempio i CARA di Crotone o Lampedusa. Innanzitutto sul fenomeno dell’immigrazione è bene chiarire alcune cose”.

“Chiunque tenti di risolvere questo fenomeno, slegandolo da un contesto internazionale, non fa altro che illudere i cittadini Coriglianesi. Bisogna, infatti, capire che nessun muro e nessuna accoglienza può avere realmente effetto senza considerare come le politiche imperialiste dei Governi Europei e non solo siano le principali responsabili di tutto ciò e quindi contrastarle. Prima ancora che guerra, la causa principale dell’immigrazione è basata sulle condizioni economiche di sfruttamento imposte dai monopoli internazionali ai Paesi africani, nei quali si appropriano delle risorse naturali di questi paesi a prezzi ribassati, sfruttano la manodopera locale e sostengono la guerra fra bande per difendere i propri interessi. Il guadagno dei padroni però è doppio, poiché una volta arrivati in Italia, gli immigrati sono sfruttati nei campi, dove vengono pagati una miseria, sono senza contratto e sono utilizzati come strumento di ricatto per abbassare le condizioni dei lavoratori autoctoni. Esempio di ciò sono gli imprenditori sibariti, che sulle spalle dei lavoratori, immigrati e locali, fanno enormi profitti”.

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“L’immigrazione, inoltre, diventa fonte di profitto anche tramite l’accoglienza, nel momento in cui i gestori sfruttano la mancanza di strutture adeguate, dovuta ai tagli ai servizi sociali imposti dall’Unione Europea, per gestire i centri di accoglienza in maniera disumana, facendo vivere queste persone come bestie, e intascando ingenti somme (http://www.senzatregua.it/con-gli-immigrati-si-fanno-piu-soldi-che-con-la-droga/). Il vero nemico non è l’immigrato “che ci ruba il lavoro”, lui semmai lavora quanto noi, ma è il padrone che lo assume in nero e lo paga una miseria, risparmiando su salari, tasse e aumentando il proprio profitto. Infine non dimentichiamo chi oggi si erge contro l’accoglienza, dalla destra alla sinistra borghese, ma che 7 anni fa era al Governo e contribuì al rovesciamento di Gheddafi, aprendo all’immigrazione incontrollata, e chi come il PD cerca di risolvere la questione Libica solo nell’interesse delle multinazionali italiane” – lo dichiarano in un comunicato congiunto gli aderenti al Partito Comunista Jonio Cosentino e al Fronte della Gioventù Comunista Corigliano Calabro.

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La soluzione al problema immigrazione non può essere lo scaricare su pochi comuni o su un solo Paese il problema, semmai bisognerebbe rivedere i trattati Europei e distribuire meglio gli immigranti in tutto il continente e riprendere ad investire nei servizi sociali con una gestione statale e dei lavoratori dei centri di accoglienza e limitare la funzione degli hotspot a semplici visite mediche e accertamenti. Allo stesso tempo bisogna che gli immigrati siano integrati nel nostro paese in modo da garantire loro adeguate condizioni di vita e lavorative così che non siano utilizzati come strumento di ricatto al ribasso per i lavoratori italiani. Ciò non può bastare, lavoratori italiani e immigrati devono lottare fianco a fianco per rivendicare migliori condizioni lavorative e la costruzione di una società senza oppressi ed oppressori”.

“Naturalmente per fermare definitivamente il problema bisogna intervenire in Africa per risolvere i problemi socio-economici che causano l’immigrazione, ma cambiando politica: basta derubare i paesi africani, basta controllarli economicamente tramite il debito pubblico e le ingerenze delle multinazionali, basta operazioni di “peacekeeping” (missioni di pace che in realtà nascondono gli interessi economici degli occidentali) e basta vendita di armi ai signori della guerra, utilizzati per dividere i popoli e controllarli più facilmente. I popoli africani devono essere liberi di decidere cosa fare dei loro destini e soprattutto cosa fare delle ricchezze dei loro Stati, solo così, tramite uno sviluppo indipendente dell’Africa dalle ingerenze dei capitalisti occidentali, sarà possibile porre fine all’immigrazione selvaggia” – concludono. 

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