Internet nascosto o “Deep Web”: dilaga la tendenza di droga, armi, farmaci

deep webLo abbiamo già denunciato, forse tra i primi in Italia, perché sino ad ora se n’era parlato, ma senza alcuna grande preoccupazione da parte delle autorità. Perché esiste uno spazio oscuro nella rete, il cosiddetto “Deep Web” dove è possibile trovare di tutto perché lì è tutto lecito e senza regole. Non è roba da tutti, per carità, ma basta fare qualche piccola ricerca, leggere qualche blog o portale o forum e anche un ragazzino, attraverso qualche applicazione, come la famigerata “Tor”, ha la possibilità di aggirare gli ostacoli di questa navigazione nascosta e immergersi in un mondo virtuale fatto soprattutto d’illegalità e che unisce oggi più che mai la virtualità di internet al mondo reale specie per usi non consentiti dalla legge.

Solo per fare un esempio, esiste un portale on line, noto con il nome “Silkroad” (traduzione di “Via della Seta”) che si propone come intermediario tra acquirenti e fornitori di ogni prodotto lecito ma soprattutto illecito. Con questo nuovo modo di commerciare, è consentito ad ogni utente di navigare e con un clic del mouse da casa entrare in contatto con un rivenditore anonimo, senza i rischi di un incontro fisico. Ed ecco così che è possibile acquistare al prezzo che si trova sulle strade, ovviamente quelle della criminalità, ogni tipo di droga, armi, carte di credito anonime o clonate, prodotti elettronici riservati alle forze dell’ordine, materiale contraffatto e/o rubato, farmaci vietati o soggetti a restrizioni.

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Alla consegna poi ci pensano i canali ufficiali, per esempio ignari spedizionieri o corrieri espressi, inconsapevoli di trasportare droga o altri prodotti proibiti. Secondo quanto apparso sulla stampa elvetica, per esempio su Silk Road attualmente vi sarebbero oltre 12.000 annunci online da tutto il mondo.

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Se in altri Paesi, come per esempio la Svizzera, la politica e le autorità si stanno interessando al dilagare del fenomeno di questo tipo d’acquisti on line, Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” esprime la più viva preoccupazione perché in Italia non viene proferita parola.

È, quindi, quantomai urgente che il governo, l’autorità giudiziaria e le forze di polizia, anche coordinandosi con le altre istituzioni europee data la dimensione ovviamente sopranazionale della questione, pongano immediatamente un argine al fenomeno con tutti i mezzi possibili e quindi anche quelli informatici perché se è vero che il “Deep Web” rappresenta forse l’ultima frontiera inviolabile di una libertà digitale dove chiunque può trovare una miriade di informazioni utili, ma è anche un “territorio” molto pericoloso e terreno fertile per soggetti pericolosi ed organizzazioni criminali.

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Lecce, 23 settembre 2013

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Giovanni D’AGATA

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