Intollerabile: la FIEG italiana propone la tassa su internet, ed è già polemica

L’ultimo grido della savana. La FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) afferma “Abbiamo immaginato un prelievo di entità modesta, del costo di un caffè al mese o giù di lì, per realizzare una dote di risorse che possa essere d’aiuto in questo frangente” e conclude dicendo “Non una soluzione alla crisi, ma una misura da adottare in modo transitorio” ovvero in parole povere aiutare gli editori dei giornali, probabilmente perchè un pò penalizzati dell’arrivo della nuova tecnologia. “Chi pensa che questa possa essere la strada per la soluzione dei propri problemi non comprende la funzione della Rete” risponde duramente L’ADUC (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) facendo presente che internet a banda larga sul nostro paese è già duramente penalizzato e tutto il “popolo di internet” non può essere d’accordo. Tenendo presente che queste forme adottate sono tipiche solo dei dintorni del nostro paese e che invece in altri paesi europei è reale e giornaliero l’incentivo da parte dello Stato per incrementare i consumatori della banda larga.Quale sarà il vero motivo per il quale gli editori vorrebbero far pagare le tasse per favorire il commercio dell’informazione cartacea attualmente in crisi? Cosa è meglio secondo voi, continuare a stampare giornali e libri in enormi  ed incontrollabili quantità alla vecchia maniera (tralasciando tutto ciò che ne risponde a livello ambientale) per incentivare la vecchia editoria oppure aiutare a capire che tutti noi dovremmo adattarci alla nuova tecnologia e forse aiutare anche i vecchi editori a far capire loro che si possono far soldi anche su internet senza far pagare tasse a nessuno? “Si muove dalla presunzione – indimostrata ed indimostrabile – che l’innovazione sia responsabile della scarsa fortuna – o semplicemente della minor fortuna rispetto al passato – dell’industria dei contenuti e, dunque, le si chiede di farsi carico di sostenerla” ha affermato l’avvocato Guido Scorza.

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