“Non sappiamo quello che facevano con esso”, afferma il dottor Karen van Niekerk, dell’Istituto di Archeologia, Storia, Cultura e Religione presso l’Università di Bergen, Norvegia. “Ma una cosa che sappiamo è che stavano facendo una miscela complessa.”
L’Ocra rossa è stata trovata nei siti archeologici in tutta l’Africa, ma questa è la più antica testimonianza della sua fabbricazione. Gli scienziati ritengono che la produzione di questi manufatti derivi dallo sfregamento di ocra su lastre di quarzite per produrre una polvere fine. Un osso, che è stato scoperto nel sito, veniva probabilmente riscaldato aggiungendo così grassi e midollo alla miscela.
Carbone, quarzite e alcuni liquidi sono stati aggiunti al mix. Inoltre la presenza di alcuni segni di graffi microscopici sul fondo del guscio suggeriscono che fu delicatamente mescolato con un osso. Secondo il professor Christopher Henshilwood, dell’Istituto per l’Evoluzione Umana dell’Università Wits, quella ritrovata sarebbe una vera e propria vernice. Più o meno la stessa ricetta che gli antichi egizi utilizzarono per le loro vernici 95.000 anni più tardi. Van Niekerk ha ipotizzato che queste vernici potrebbero essere state usate come una moderna crema solare, o forse anche per mantenere lontani gli insetti fastidiosi. Senza togliere la classica ipotesi che la vernice in questione potrebbe essere stata utilizzata come decorazione della pelle, o anche per la pittura rupestre. Scoperta ancora più affascinante: un piccolo osso, appartenuto ad antiche razze canine, è stato recuperato con sopra tracce di ocra. Si ipotizza quindi che quest’osso fosse un pennello per l’applicazione della vernice.