Nicotina e doping fra gli sportivi: un quarto dei test risulta positivo

E’ confermato l’utilizzo di tabacco non fumato da masticare a fini dopanti. La nicotina produce un effetto stimolante, aumentando le pulsazioni e la pressione sanguigna, ma libera anche gli zuccheri nel sangue e l’adrenalina. Ha inoltre un effetto rilassante e riduce lo stress, migliorando allo stesso tempo l’attenzione e le funzioni cognitive. Ha in pratica un “effetto paradossale” che sveglia, concentra e rilassa. Lo rileva un nuovo studio del Laboratorio svizzero di analisi sul doping (LAD) condotto su 2’185 campioni di urina di atleti di 43 discipline diverse. Un quarto dei test risulta positivo. Già nel 2009, durante i mondiali di hockey su ghiaccio in Svizzera, il team di François Marclay aveva mostrato che oltre metà dei giocatori (53%) faceva uso di tabacco. Il prodotto maggiormente utilizzato era il cosiddetto “snus”, di origine svedese e venduto sotto forma si sacchetti da piazzare fra gengiva e labbro superiore. I giocatori di hockey non sono però gli unici consumatori. Secondo il nuovo studio, condotto fra il 2010 e il 2011 e pubblicato sulla rivista “Forensic Science International”, il 23% dei campioni analizzati in varie discipline sportive è risultato positivo. Lo sport più colpito è il football americano con il 55%. Seguono l’hockey su ghiaccio e la lotta (32%), il bob (30%), la ginnastica (29%), il rugby (28%), lo sci (26%) e il basket (25%). I campioni riguardavano sportivi svizzeri impegnati in competizioni su suolo elvetico. La sostanza comporta gravi rischi per la salute: crea dipendenza e può portare ad un consumo anche nella vita privata, ad esempio sotto forma di sigarette. Inoltre, “lo snus aumenta fortemente il rischio di cancro alla cavità orale, oltre che di paradontite”, un’infezione delle gengive, sottolinea Marclay. Le 28 sostanze cancerogene presenti, potrebbero anche favorire cancro all’esofago o al pancreas, senza calcolare i problemi cardiaci. Al momento la nicotina non figura fra le sostanze dopanti vietate dall’Agenzia mondiale antidoping, ma in seguito allo studio è stata inserita nel programma di sorveglianza 2012. Alla luce di questi dati Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si augura che le federazioni sportive italiane ed il CONI si facciano promotori di una campagna che sconsigli l’utilizzo della sostanza a tutti i livelli dello sport.

Lecce, 17 febbraio 2012

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Giovanni D’AGATA

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