Solar Decathlon, gli italiani in gara per l’architettura sostenibile

Rhome for DenCityMentre i ragazzi di Prandelli affrontavano al Santiago Bernabéu l’ultimo test sul campo prima del Brasile, un’altra nazionale entrava nella fase conclusiva della preparazione per un mondiale: quella dell’architettura. Nessuna batosta in terra spagnola per la squadra dell’università Roma Tre, ma il classico ritiro alpino. A Chienes, in Alto Adige, il team di studenti e docenti ha iniziato in questi giorni a costruire, insieme all’azienda Rubner Haus, il prototipo del modulo abitativo Rhome for DenCity, che rappresenterà i colori italiani nella più importante sfida per atenei dedicata alla progettazione di case del futuro: il Solar Decathlon Europe. Che si terrà dal 28 giugno al 14 luglio in quel di Versailles. Nata nel 2002 da un’idea di Richard King, direttore dello Us Department for Energy, la competizione è giunta alla sua decima edizione, coinvolgendo finora 17mila studenti. Nulla di polveroso o cattedratico, chiariamolo subito. Piuttosto, un grande evento da vivere anche come spettatori. I migliori progetti selezionati a ogni tornata ottengono una sovvenzione che aiuta i loro autori a realizzare l’abitazione e portarla sul campo di gara, dove il pubblico può ammirarla in funzione. E che pubblico: nel 2012, a Madrid, si sono contate 100mila persone.

“Bisogna affrontare dieci prove davanti ad altrettante giurie. Le case sono innervate di rilevatori che ne misurano le prestazioni e l’efficienza, mentre all’interno si svolgono attività come lavare i panni o far bollire pentole d’acqua. Questo consente di assistere in tempo reale al formarsi della classifica, con rallentamenti e sorpassi come se fosse una regata“, spiega Gabriele Bellingeri, uno degli allenatori del team italiano. In qualità di responsabile degli aspetti energetici e costruttivi, è lui a illustrarci le strategie con cui i suoi ragazzi proveranno a imporsi sulle altre 19 compagini provenienti da tre continenti. Ma andiamo per ordine. Quest’anno si gioca con appartamenti pensati per essere inseriti all’interno di costruzioni multi piano. Rhome for DenCity, nello specifico, è una palazzina di tre piani modellata sulle esigenza della periferia romana – il quartiere di riferimento è quello di Tor Fiscale -, con l’attenzione tutta rivolta ai temi del social housing e della sostenibilità. Quello che vedremo a Versailles sarà un appartamento dell’ultimo piano: 70 metri quadri pronti ad accogliere una famiglia di quattro persone.

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Il primo punto è quello della leggerezza massiva. La massa, necessaria ad assorbire e rilasciare calore negli interni, sarà garantita dalla presenza di sabbia all’interno delle pareti. Alla leggerezza ci penserà l’altoatesina Rubner Haus, azienda leader in Italia nella produzione di prefabbricati in legno, principale partner dell’impresa universitaria. Altro elemento fondamentale, la velocità di installazione. In Francia ci saranno solo dieci gironi a disposizione per allestire l’appartamento. La soluzione, allora sarà quella di affidarsi a un regista straordinario. Non Pirlo, bensì il modulo 3D. Un cuore tecnologico compatto contenente il bagno, la cucina e tutte le apparecchiature tecniche. Costruito nello stabilimento Rubner a Chienes, verrà poi prelevato tutto intero e calato con una gru sul sito espositivo. La casa nascerà intorno a lui. A livello energetico, invece, l’arma segreta sarà una tenda fotovoltaica che farà ombra e al tempo stesso immagazzinerà le radiazioni solari. Segreta in senso stretto, visto che al momento è in fase di brevetto e di lei non si sa quasi nulla.

Avvolta nello stesso mistero è anche l’interfaccia per tablet che consentirà all’utente di utilizzare le risorse della casa nel modo più efficace e al tempo stesso intuitivo possibile. Di lei sappiamo solo che sarà ispirata al cruscotto delle auto ibride. Mentre una certezza arriva dal versante della sostenibilità ambientale: qui l’Italia ha già dichiarato che adotterà un modulo poco praticato e spregiudicatissimo, abolendo il sintetico e usando esclusivamente isolanti di origine naturale. Se questi sono gli schemi d’attacco, alla difesa ci penserà l’area ingegneristica, guidata da Ginevra Salerno, che ha già inquadrato i movimenti chiave da far compiere al suo team: “Dovremo integrare grandi vetrate, visto che l’appartamento lo vogliamo molto luminoso. Ci confronteremo con delle pareti alte. E soprattutto lavoreremo per garantire totale sicurezza dal punto di vista sismico, sfruttando le qualità del legno e superando le difficoltà che ci impone la sabbia. Ma anche mantenendo dei costi adatti all’edilizia sociale: per questo lavoreremo coi pannelli e non col più costoso massello“.

Nel 2012, con la casetta monofamiliare MedInitaly – l’antesignana di Rhome for DenCity -, Roma Tre è stata la prima università italiana a qualificarsi alla fase due di un Solar Decathlon. Un passaggio del turno insperato, visto che si trattava di una matricola e che in precedenza altri atenei più blasonati non avevano centrato l’obiettivo. Come incredibile si era rivelata la classifica finale, che aveva visto la Cenerentola capitolina sul terzo gradino del podio, alle spalle solo di Francia (che aveva precorso i tempi con un edificio di più piani) e Spagna (autrice di un progetto basato sull’evaporazione). Due concorrenti che non saranno a Versailles. Il rivale più tosto, allora, sarà la Germania. Che però, come sui campi da pallone, abbiamo già battuto in passato. Il nostro limite sarà il budget contenuto – circa 870mila euro di materiali e servizi forniti da sponsor privati -, l’arma in più l’esperienza. Anche se il team, per scelta didattica, è composto in larga parte da laureandi arrivati dopo il 2012. Per inciso, il paragone calcistico non tragga in inganno: i nostri colori saranno difesi in misura uguale da ragazzi e ragazze, capitanati dall’architetto Chiara Tonelli. Un motivo in più per lasciarsi andare a del sano – ma esagitato – tifo architettonico.

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Fonte: www.wired.it

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