C’è troppo inquinamento, in Cina comincia la vendita di “aria fresca di montagna”

aria di montagna confenzionata in cinaOrmai è possibile leggerne di tutti i colori sul web e sui prodotti che vengono venduti in Cina, ma quella che è stata pubblicata anche in Europa pare non sia una bufala. Perché se è possibile vendere pesche sciroppate in scatola, carne in scatola, perché non aria in barattolo?

Nella Contea di Luanchuan in provincia di Henan è stato inventato un nuovo modo per far soldi: imbottigliare l’aria salubre della zona e venderla con delle etichette del tipo ‘Aria fresca di montagna’ in barattolo o lattina ai residenti delle città cinesi a dir poco stressati dallo smog urbano.

E l’intenzione dei produttori pare seria perché vorrebbero vendere il prodotto ai residenti di tutta la Cina, in cui problemi di inquinamento sono stati descritti come una crisi ambientale anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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Il mese scorso otto città in tutta la Cina, tra cui Pechino, erano coperte da smog denso e fitto. Migliaia di bambini sono stati ricoverati in ospedale con problemi respiratori, gli aerei lasciati a terra e alle automobili impedito l’accesso ad alcuni centri urbani. Basti pensare che nel 2013, durante i periodi di “grande Smog” della Cina, l’inquinamento era così elevato che era visibile dallo spazio e le letture della qualità dell’aria hanno raggiunto 500 volte la soglia di sicurezza.
aria inquinamento cina
Ed in alcune immagini è possibile addirittura vedere personale del settore turismo, ambiente e uffici forestali che raccolgono e testano l’aria della montagna Laojun.

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Duan Junwei, vice direttore dell’ufficio del turismo di Luanchuan, ha detto che il primo lotto di aria della foresta sarebbe stato fornito ai cittadini “urbani” gratis.

Tuttavia, tutti coloro che vogliono respirare in un barattolo di aria fresca di montagna in seguito dovranno pagare per esso.

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Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una curiosità, ma la dice tutta sullo stato dell’inquinamento di intere nazioni che hanno ormai ceduto il passo al proprio sviluppo industriale piuttosto che alla salute dei propri cittadini.

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Lecce, 14 marzo 2014
Giovanni D’AGATA

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