Serpenti e tartarughe giganti, conseguenza del riscaldamento globale

ricostruzione artistica di un titanoboa che divora un coccodrillo
Ricostruzione artistica di un titanoboa che divora un coccodrillo

L’era dei giganti non si chiuse certo con la fine dei dinosauri. Dopo i grandi predatori, infatti, non seguirono temperature miti ed allegre battute di caccia, ma tartarughe e serpenti giganti delle dimensioni dei nostri autobus cittadini. 55 milioni di anni fa, infatti, la Terra era ancora caratterizzata da animali di grandi dimensioni, in un ambiente ancora pieno di pericoli e, soprattutto, fortemente influenzato da un clima caldo. Il rapporto tra la dimensione degli animali e il clima è da tempo oggetto di studio da parte degli specialisti, sul cui tema è intervenuto la settimana scorsa, in occasione della Conferenza a Gainesville, Jonathan Bloch, paleontologo del Museo di Florida di Storia naturale. Partendo dalla relazione clima-dimensioni della fauna e dai dati sul riscaldamento globale (+6° C negli ultimi 200.000 anni), lo studioso ha sottolineato che se non si dovesse arrestare l’aumento delle temperature, potremmo assistere a un fenomeno simile a quello che caratterizzo l’Eocene.

Una tartaruga grande quanto una citycar è uno dei recenti ritrovamenti in Colombia a cui lo stesso dott. Bloch ha collaborato. Si tratta della Carbonemys cofrinii, risalente a 60 milioni di anni fa, il cui cranio misurato 24 cm e il guscio 172. Il rettile aveva inoltre forti mascelle, identificative di una dieta che comprendeva anche la carne. La testuggine risale a 5 milioni di anni dopo la scomparsa dei dinosauri ed è contemporaneo alla Titanoboa cerrejonensis, il più grande serpente mai scoperto: 13 metri di lunghezza per oltre una tonnellata di peso. come si diceva in apertura, un rettile lungo quanto un autobus.Edwin-Cadena-con-il-guscio-fossile-ricostruito-di-Carbonemys-cofrinii-

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I mammiferi, invece, diventarono più piccoli. Secondo i ricercatori, i progenitori degli equini si rimpicciolirono fino ad essere lunghi appena 30 cm. Quanto i gatti che ciondolano sui divani di casa, insomma. Causa di questi ridimensionamenti furno il clima, l’abbondanza degli approvvigionamenti e la riduzione dei predatori. Caratteristiche che secondo gli specialisti è utile studiare non solo per conoscere il passato, ma anche il futuro che, almeno in parte, potrebbe attenderci. Will Clyde, specialista dell’Università degli Studi di New Hampshire, ha osservato che

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Comprendere ulteriormente la relazione tra ridimensionamento dei mammiferi e gas serra causati dal riscaldamento globale nel corso del passato geologico può aiutarci a predire cambiamenti ecologici che possono attivarsi in risposta agli attuali cambiamenti nel clima della Terra.

Fonte: http://scienze.fanpage.it

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