Sono morti, tre dei sette capodogli spiaggiati ieri a Punta Penna, a Vasto. E oggi l’esame necroscopico permette di capire qualcosa di più sulla morte di questi tre cetacei da 10 tonnellate l’uno.
Nel loro sangue sono state trovate tracce di gas. Il che – spiega Vincenzo Olivieri, presidente del Centro Nazionale Studi Cetacei Onlus – “potrebbe avere una correlazione con le attività di ricerca petrolifera”. Tecniche come l’air-gun, infatti, producono un rumore fortissimo che disorienta e terrorizza i capodogli. In questo modo si spiegherebbe la presenza di gas nel sangue: una riemersione troppo rapida simile, nelle conseguenze, a ciò che accade ai sub colpiti da embolia a seguiro di una mancata decompressione.
Le analisi, iniziate in mattinata, si sono concentrate sull’orecchio dei capodogli, lo “strumento di navigazione” dei capodogli. E’ probabile che abbiano perso l’orientamento nelle acque dell’Adriatico, loro che abituati alle acque del Mar Jonio e del Mar Ligure. Resta da capire come siano arrivati nell’Adriatico.
Fonte: www.rainews.it
