Più di 11 anni fa la sonda dell’ESA Rosetta è stata lanciata in orbita diretta verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, che ha raggiunto nell’estate del 2014 riuscendo anche a sganciare il piccolo lander Philae (che da poco ha ricominciato a comunicare con la Terra). L’obiettivo principale, tra gli altri, è quello di capire come l’acqua sia arrivata sul nostro pianeta. Per fare questo gli esperti stanno monitorando il comportamento del ghiaccio trovato sulla superficie della cometa. Le immagini sono state ottenute dalla camera ad alta risoluzione OSIRIS lo scorso settembre. Ricordiamo che questa camera vede una forta partecipazione italiana, perché alcune componenti sono state progettate dai ricercatori dell’Università di Padova.
67P è disseminata di zone ricoperte di ghiaccio, molto luminose rispetto al resto della superificie che è ricoperta da una coltre di polvere scura. Man mano che la cometa si avvicina al perielio (il prossimo agosto) il ghiaccio sublima sprigionando gas (vapore acqueo, anidride carbonica e monossido di carbonio) e polveri nella chioma e nella coda. Alcune di queste “macchie” luminose di acqua ghiacciata, però, restano “ancorate” alla superficie della cometa, permettendo agli esperti dell’ESA di studiarne l’evoluzione.
Avremo quindi delle immagini prima e dopo della cometa, dal momento che Rosetta continuerà a studiarla anche dopo il perielio. Il termine della missione era stato fissato per fine 2015, ma è stata prolungata fino a settembre 2016. Speriamo, quindi, di ricevere nuovi dati anche dal piccolo lander Philae.
Servizio di Eleonora Ferroni (InafTv)
