Le statine inibiscono la sintesi delle proteine contenenti selenio, una delle quali è la glutatione perossidasi che sopprime lo stress ossidativo. Un’alterazione della sintesi delle selenioproteine può essere uno dei fattori in gioco nell’insufficienza cardiaca congestizia, come nelle cardiomiopatie dilatatorie in corso di deficienza di selenio. Quindi concludendo il dr Harumi Okuyama e il suo team di ricerca hanno dichiarato che” l’epidemia di malattie cardiovascolari può essere paradossalmente aggravata dall’uso pervasivo delle statine.
A sostegno dei risultati della ricerca è sceso in campo anche il dr Peter Langsjoen, cardiologo statunitense, che è co-autore dello studio che ha dichiarato : “gli effetti a lungo termine sono devastanti”. Il ruolo delle statine, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,sarebbe principalmente quello di prevenire i problemi cardiovascolari, attacchi di cuore e via discorrendo. Lo farebbero controllando e riducendo i livelli di colesterolo nel sangue. Ma secondo recenti ulteriori studi le statine non sarebbero quei farmaci miracolosi che ci hanno indotto a credere e, anzi, non sono neanche così sicure.
Che le statine abbassino il colesterolo è indubbio. Ma quello che è dubbio, secondo i ricercatori, sono gli esiti sulla salute cardiovascolare, che non sarebbero così scontati. Alcuni scienziati ritengono difatti che le statine non sono sostanzialmente riuscite a migliorare gli esiti cardiovascolari. Ma, cosa ancora più grave, è che molti studi che hanno avallato l’efficacia delle statine hanno trascurato i numerosi gravi effetti collaterali negativi di questi farmaci. E, in più, i sostenitori delle statine avrebbero usato quello che gli autori chiamano «inganno statistico» per fare affermazioni gonfiate sulla loro efficacia. Pertanto, alla luce di questo nuovo studio, la nostra associazione propone che le linee guida per il suo impiego vengano riviste.