Nel loro studio, gli scienziati hanno cercato di arrivare a capo del misterioso Grande Attrattore, i cui effetti sono stati riscontrati già negli anni ‘70 e ’80, senza arrivare in seguito a una spiegazione convincente. «In tutta franchezza, noi non capiamo che cosa stia causando questa accelerazione gravitazionale sulla Via Lattea o da dove provenga», spiega Staveley-Smith. «Sappiamo però che in questa regione si trovano alcuni raggruppamenti molto grandi di galassie, che chiamiamo ammassi (cluster) o superammassi, e tutta la nostra Via Lattea si sta muovendo verso di loro a più di due milioni di chilometri all’ora».


La ricerca ha individuato diverse nuove strutture che potrebbero aiutare a spiegare il movimento della Via Lattea, tra cui tre concentrazioni di galassie e due nuovi ammassi. «Una galassia media contiene 100 miliardi di stelle, quindi trovare centinaia di nuove galassie nascoste dietro la Via Lattea indica un sacco di massa di cui non si sapeva nulla fino a oggi», spiega Renée Kraan-Korteweg, professoressa dell’Università di Cape Town, in Sud Africa.
«Un ottimo risultato, ottenuto usando le onde radio per penetrare lo spesso strato di polvere presente nella Via Lattea e scoprire le galassie che si trovano dietro di essa», commenta a Media INAFSteven Tingay, non coinvolto nella ricerca ma fino a pochi giorni fa vice direttore dell’ICRAR australiano e ora direttore dell’Osservatorio di Radioastronomia dell’INAF.
Un risultato che non è stato raggiunto da un giorno all’altro. «I dati provenienti dall’innovativo ricevitore radio del Parkes sono stati raccolti tra il 1997 e il 2000, quasi 20 anni fa – ricorda Tingay. Questo dimostra quanto tempo può essere necessario per elaborare e pubblicare i complessi dati provenienti dai grandi radiotelescopi».
Una sfida che diverrà ancora più ardua nel prossimo decennio, quando il futuro ciclopico radiotelescopio Square Kilometre Array (SKA) spingerà la problematica dell’elaborazione dei dati a livelli estremi. Una lotta tecnologica a colpi di bit in cui, dice in conclusione Tingay, «l’Italia è in prima linea nella progettazione di un centro di elaborazione dati scientifici per l’Europa che consentirà a tutti gli astronomi europei di utilizzare SKA per scoprire alcuni dei misteri fondamentali dell’universo».
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Fonte: www.media.inaf.it