La Grecia è assediata dai Forconi, verso la guerra civile – VIDEO

Si respira aria di guerra civile in Grecia, dove da giorni gli agricoltori sono in protesta a causa dell’aumento dei contributi da pagare per far fronte alle richieste degli investitori internazionali. Gli agricoltori greci, arrabbiati hanno combattuto con la polizia anti-sommossa ad Atene, poi hanno sfilato con i loro trattori fuori dal Parlamento venerdì scorso, la protesta è cominciata dopo settimane di blocchi stradali. Un VIDEO dal web:

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I manifestanti hanno annunciato che continueranno la loro lotta e che non permetteranno di essere fermati da nessuno. Un altro video:

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L’assedio al governo di Alexis Tsipras è appena cominciato. Mentre in patria il premier è impegnato su tre fronti caldissimi (hotspot, Forconi di Grecia e riforme a rischio da presentare in Aula) ecco che il neo-segretario dei conservatori, il 47enne liberaleKyriakos Mytsotakis, prosegue la sua campagna elettorale con un viaggio mirato a Bruxelles dove ha incontrato i vertici dell’Unione: Juncker, Schulz, Moskovisi, Ntomprofskis e Djsselbloem. Il ciclo di strette di mano e buoni propositi sul tema Grexit e migranti, è stato caldeggiato dal commissario greco Dimitris Avramopulos, anch’egli conservatore. Ufficialmente si è parlato di hotspot, con la richiesta che non si chiuda il confine con Fyrom e di come replicare ai quotidiani sconfinamenti nei cieli greci degli F16 turchi (ieri 22 episodi in 24 ore). Ma ufficiosamente sono sempre più insistenti le voci di uno zoccolo duro di burocrati conservatori che gravitano nell’ambito del partito Popolare Europeo, pronti a gettare le basi per il futuro di Mytsotakis. “Non so quando ci saranno elezioni, ma so che noi conservatori vinceremo”, ha detto mercoledì il diretto interessato. Anche perché nessuno può mettere la mano sul fuoco sulla duratadell’attuale esecutivo, atteso dalle forche caudine del voto in Parlamento di due ddl strategici. E con soli due voti di vantaggio sul’opposizione.

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Nel Paese è allarme rosso su tre dossierdelicatissimi, che stanno provocando scossoni sociali e forti proteste da parte dei cittadini. Gli agricoltori sono sulle barricate da due settimane, con 10mila trattori che hanno spezzato in due il Paese. I cosiddetti Forconi di Grecia hanno bloccato autostrade, svincoli e strade statali per i maggiori porti: protestano contro la riforma previdenziale. E mercoledì hanno consegnato un paper di richieste al governo: chiedono l’abolizione della tassazione sugli attrezzi agricoli e sui materiali di consumo; che i prestiti “in rosso” fino ai 300mila euro non comportino il pignoramento di prima e seconda casa, oltre che di terreni; che quelli sino ai 200mila euro alle imprese siano sgravati dainteressi; nonché la rimozione dell’imposta sull’alcool. E dicono che accetteranno il dialogo “solo se il governo discuterà nel meritole nostre proposte” mentre permangono ben 52 posti di blocco in tutta la Grecia, e al confine con la Bulgaria restano bloccate lunghe file di camion che avrebbero dovuto imbarcarsi nei porti diIgoumenitsa e Patrasso, ma che sono bloccati a 300 km di distanza.

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Hotspot: l’Europa li impone, ma le isole non li vogliono
Altro fronte delicatissimo, quello delle isole interessate dalla costruzione dei cinque hotspot: Chios, Lesbo, Leros e Kos. In tutto sono stati stanziati più di 27 milioni come ha twittato tre giorni fa il commissario Ue Avramopulos, per consentire che la capienza nelle quattro isole raggiunga le 50mila unità. Albergatori e cittadini sono arrivati anche allo scontro con le teste di cuoio nei giorni scorsi a Kos: chiedono che il turismo, unica fonte di reddito, non venga spazzato via dai centri di riconoscimento chiesti da Bruxelles. Ma sembra che il governo stia pensando di realizzarne altri tre nell’entroterra a Lamia, Larissa eVolos. Con i cittadini che preparano rappresaglie.

In Aula, anche se non vi sono date per la calendarizzazione, Tsipras rischia di andare sotto: entro 40 giorni dovrebbe portare il ddl di riforma sulla previdenza sociale ovvero la madre delle riforme, molto attesa dalla Troika e propedeutica al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel memorandum. Il ddl proposto dal governo istituisce una pensione nazionale uguale al 60% del reddito medio, finanziata direttamente dal bilancio statale, anziché daicontributi versati, e in grado nelle intenzioni del premier di difendere i cittadini dalla povertà. Crea il contributo di solidarietà sociale a favore degli anziani, inclusi coloro che non hanno compiuto 15 anni di assicurazione. Lega l’importo complessivo definitivo delle prestazioni pensionistiche al totale del periodo di lavoro dell’assicurato. Propone incentivi perché ogni lavoratore possa restare più a lungo nel mondo del lavoro. Rafforza la pensione nazionale tramite la pensione retributiva, basata su un sistema redistributivo di prestazioni stabilite, in modo che i più poveri e i più deboli vengano protetti. Garantisce il versamento sia della pensione nazionale che di quella retributiva e crea un solo e unico ente previdenziale per tutti, con regole unificate ed eque sia in materia di contributi che di prestazioni. Eliminando così le arbitrarie discriminazioni in base all’età. Garantisce la sostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale.

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In Aula, anche se non vi sono date per la calendarizzazione, Tsipras rischia di andare sotto: entro 40 giorni dovrebbe portare il ddl di riforma sulla previdenza sociale ovvero la madre delle riforme, molto attesa dalla Troika e propedeutica al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel memorandum. Il ddl proposto dal governo istituisce una pensione nazionale uguale al 60% del reddito medio, finanziata direttamente dal bilancio statale, anziché daicontributi versati, e in grado nelle intenzioni del premier di difendere i cittadini dalla povertà. Crea il contributo di solidarietà sociale a favore degli anziani, inclusi coloro che non hanno compiuto 15 anni di assicurazione. Lega l’importo complessivo definitivo delle prestazioni pensionistiche al totale del periodo di lavoro dell’assicurato. Propone incentivi perché ogni lavoratore possa restare più a lungo nel mondo del lavoro. Rafforza la pensione nazionale tramite la pensione retributiva, basata su un sistema redistributivo di prestazioni stabilite, in modo che i più poveri e i più deboli vengano protetti. Garantisce il versamento sia della pensione nazionale che di quella retributiva e crea un solo e unico ente previdenziale per tutti, con regole unificate ed eque sia in materia di contributi che di prestazioni. Eliminando così le arbitrarie discriminazioni in base all’età. Garantisce lasostenibilità a lungo termine del sistema previdenziale.

Ecco che al netto di proteste, nuove tasse e giochi di prestigio in Aula dove la maggioranza Syriza-Anel ha solo due voti in più del minimo, un nuovo sondaggio mette fiato sul collo all’esecutivo. Una rilevazione curata dall’istituto Mrb conferma la sofferenza di Syriza seconda al 23,2%, con Nea Dimokratia al primo posto in vantaggio di 3,7 punti e a sorpresa i comunisti integralisti del Kke terzi al 6,6%. Segue Alba dorata ad un soffio (6,5%), i democratici di Pasok e Dimar al 5,7% i centristi al 4,1% e gli alleati di Tsipras al governo, Anel, al 3%. (Fonte: Il Fatto Quotidiano).

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intervento di M5S Europa

Non molto tempo fa, nel Paese col più alto debito pubblico d’Europa, Mario Montiaffermava: “La Grecia è il più grande successo dell’Euro“. Aveva ragione, perché la moneta unica sta svolgendo il compito per cui è stata creata, ovvero disintegrare gli Stati del Sud Europa annichilendo il loro welfare e di conseguenza ogni voce democratica che quest’ultimi possono esprimere. Archiviato il terzo programma di “aiuti” alla Grecia siglato tra i creditori e il Governo (democraticamente eletto per due volte) Tsipras, è iniziato un vero e proprio bagno di sangue per il popolo ellenico. Non ci volevano i grandi economisti della televisione italiana per scoprirlo. Come vi avevamo anticipato, l’ultimo memorandum più di un accordo sembra un necrologio.

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LA PRIMA DEAD-LINE E LE PENSIONI
Oggi ci avviciniamo alla prima grossa dead-line: a luglio scadranno i circa due miliardi di Euro di bond proprietà della BCE di Mario Draghi. Gli ingranaggi della Troika iniziano quindi a mettersi in movimento e la cinghia, da qualche parte, deve essere ulteriormente stretta. La presunta disputa che ha portato agli odierni disordini – in realtà è già tutto ben stabilito ai piani alti – riguarda la chiusura della review sulle riforme implementate da Tsipras per il rilascio di ulteriori “fondi di galleggiamento“. Uno dei nodi della discordia parla di riforma delle pensioni: i criminali della Troika vorrebbero tagliare tutte le pensioni che, al lordo, superano i 1500 Euro mensili. Una follia totale.

GLI AGRICOLTORI E GLI ESPROPRI
Alla follia sulle pensioni si unisce l’attacco agli agricoltori, che contribuiscono per il 4% al PIL ellenico e quasi al 13% della forza lavoro. A loro è stato riservato un trattamento speciale: qualche anno fa pagavano tasse al 6%. Poi si è passati al 13% e presto si arriverà al 23%, quasi il quadruplo. Ma non finisce qui, perché allo svuotamento di tasche contribuiscono anche le accise su fertilizzanti, sementi e carburanti. Il piano è piuttosto semplice: ridurre allo stremo il settore equivale ad espropriare il popolo greco delle proprie terre, che passerebbero in mano al settore bancario. La Troika, infatti, è intenzionata a radere al suolo circa il 50% delle proprietà private dei cittadini greci (anche di quelli che stanno faticando per pagare un mutuo) pur di calmierare il problema del debito. Di questi, il 18% – già oggi – non può curare l’alimentazione dei propri figli in modo adeguato, acquistando (ad esempio) carne rossa, pollo o pesce. Una percentuale raddoppiata rispetto a qualche anno fa che si unisce ad un altro numero spaventoso (di cui vi avevamo già parlato qui): oltre 775 mila bambini ellenici sono a rischio povertà, ovvero il 40,5% del totale. Nel 2011 la percentuale era del 23,7%.

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LA GUERRA CIVILE ALLE PORTE
Stiamo lentamente e inevitabilmente arrivando alla guerra civile. Un crescendo di eventi ad uso e consumo della Troika, che punta a destabilizzare gli Stati membri così da renderli più dolci da controllare, derubare e spremere. Questa strategia venne palesata sempre da quel grande statista di Mario Monti, che solo qualche anno fa affermò: “Le forti crisi e le pressioni psicologiche correlate servono per far accettare ai popoli e ai Governi cessioni di sovranità“. Ed è esattamente quello che sta accadendo oggi: mercati in contrazione; rallentamento dell’economia globale; crisi delle banche; crisi degli emergenti; possibile Brexit; possibile Grexit; problema immigrazione; guerra in Siria e in Libia alle porte. Gli eurocrati sfrutteranno la crisi per avere un forte mandato dettato dalla pressione psicologica, così da chiudere l’unione bancaria e lanciare nel 2017 la revisione dei trattati. L’obbiettivo (nemmeno troppo mascherato) è incastrarci in una “super Eurozona” germano-centrica basata sul rigore, con un super ministro delle finanze unico, che parlerà secondo il volere tedesco e che promuoverà direttamente le politiche dettate dal patto di stabilità e dal Fiscal Compact. In questo sistema si imporranno aggiustamenti fiscali e legislativi dettati a tavolino da Bruxelles e Francoforte sui paesi dell’area Euro, accelerando la spartizione strategica del mercato, già in atto da parte dei grandi detentori di capitale.

L’ITALIA NON È COSÌ LONTANA
Il Bel Paese è il prossimo che finirà sulla graticola della Troika se le cose non cambieranno. L’attacco alle pensioni di reversibilità è quanto di più infame ci si potesse immaginare dal Governo del Bomba. Sottrarre la retribuzione al coniuge che rimane in vita è una misura che non avrebbe immaginato nemmeno un branco di avvoltoi. Il Governo vorrebbe combattere la povertà uccidendo le vedove e i loro diritti previdenziali. Sembra di essere all’interno di Matrix, quando il governo delle macchine liquefaceva i morti per nutrire i vivi. È tutta qui la politica economica di Palazzo Chigi: salvare i banchieri e fare deficit senza tagliare gli sprechi. Siamo ancora a galla solo perché le tasche degli italiani che si stanno svuotando fanno da contrappeso.

 

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