Si potrà usare la parola “avvocatessa”, ad esempio. La modifica è confermata dall’approvazione dell’Accademia della Crusca. Dopo il caso “petaloso”, l’istituzione linguistica ha approvato la declinazione femminile di alcune parole.
Nicoletta Maraschio, presidente emerita dell’ente che osserva l’evoluzione e tutela la lingua italiana, aveva dichiarato che “se è corretto dire la maestra e il maestro, l’operaia e l’operaio, sono corretti, sotto il profilo grammaticale e sociologico, anche l’architetta, l’avvocata o l’avvocatessa”.
Cecilia Robustelli, sempre dalle pagine del sito dell’Accademia della Crusca, ha confermato il suo sostegno all’iniziativa: “Le forme femminili di architetta, chirurga, direttrice,ingegnera, ispettrice, sono grammaticalmente corrette e, se relative a ruoli istituzionali, hanno pieno valore giuridico. Qualcuno sostiene che siano “brutte”, ma questo è un giudizio molto soggettivo e giustificabile solo quando si parla di linguaggio letterario, non quotidiano: forse parole come professoressa o infermiera sono “belle”?”.