Se la Via Lattea fosse un mare di stelle, allora le galassie ultra diffuse sarebbero nuvole. Scoperte appena un paio d’anni fa, le cosiddette galassie ultra diffuse sono un bel grattacapo per gli astrofisici. Si tratta di galassie che si estendono per una dimensione paragonabile a quella della Via Lattea ma che contengono solo un centesimo delle stelle, tenute assieme da una grande quantità di materia oscura. Grazie a simulazioni al computer, un gruppo internazionale guidato dall’italiana Arianna di Cintio dell’Università di Copenaghen ha risolto parte del mistero che circonda questa nuova categoria di galassie, molto difficili da osservare proprio perché contengono poche stelle. Di Cintio e colleghi, ricreando al calcolatore più di 100 galassie virtuali, hanno scoperto che quando esplodono molte supernove durante il processo di formazione stellare può succedere che sia le stelle che la materia oscura di una galassia vengano spinte all’esterno, causando l’espansione e la rarefazione della galassia, che alla fine risulta composta per la maggior parte da materia oscura. Questa scoperta, che fa presagire l’esistenza di migliaia di galassie ultra diffuse quasi invisibili ancora da osservare, secondo i ricercatori apre una prospettiva totalmente nuova sulla formazione ed evoluzione delle galassie.
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Servizio di Stefano Parisini, Media INAF
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