Ma chi ce lo fa fare di spendere tutti questi soldi per andare nello spazio? Le giustificazioni sono molteplici, dal “non viver come bruti” di dantesca memoria all’importanza che potrebbe avere il saper volar lontano se mai trovassimo una nuova casa per l’umanità. Ma la risposta più ricorrente è un elenco di invenzioni che proprio l’avventura spaziale ha favorito. Ricadute tecnologiche, o spinoff, come dicono gli inglesi, alle quali la Nasa dedica ogni anno un intero, patinatissimo, catalogo. Quello del 2017 ha ben 223 pagine, e se vi piacciono i gadget più all’avanguardia non potete non darvi una sbirciatina.
Lo trovate sul web o come app per tablet, è tutto gratuito, spazia dalla medicina ai trasporti, dalla sicurezza al tempo libero, e contiene meraviglie come le mini heat pipes, piccoli condotti termici capaci di dissipare il calore prodotto dagli elettrobisturi durante gli interventi di neurochirurgia. Oppure vestiti che mantengono il fresco, utili non solo per non fare sudare troppo gli atleti o chi deve lavorare in condizioni difficili, ma anche come “abito salvavita” per chi è affetto da una malattia rara come la displasia ectodermica ipoidrotica, un difetto genetico a causa del quale si è privi di ghiandole sudoripare. E ancora, materiali come il resistentissimo cemento geopolimero fatto di ceneri, o le lenti che cancellano la luce blu, perfette per sciare nelle giornate più abbacinanti aumentando al massimo il contrasto delle dune.
Insomma, se vogliamo sapere in anticipo quali novità hitech ci attendono qui sulla Terra, non ci resta che volgere lo sguardo verso l’alto. O fare un salto su spinoff.nasa.gov
Servizio di Marco Malaspina
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