Nella fucina del telescopio più estremo di sempre, l’ELT, l’Extremely Large Telescope, ha appena preso forma uno specchio da record. È lo specchio secondario, in gergo astronomico M2: quello verso il quale la superficie riflettente primaria da 39 metri farà convergere i fotoni proveniente dai meandri più remoti del cosmo. Uno specchio secondario, dicevamo, ma con dimensioni monstre: i suoi 4.2 metri di diametro fanno invidia alla maggior parte degli specchi primari dei telescopi oggi sparsi nel mondo.
Per realizzarne il substrato grezzo, tecnici e ingegneri della società alla quale è stata affidata l’impresa, la tedesca Schott, hanno dovuto fondere 3 tonnellate e mezzo di vetroceramica Zerodur. Ora inizia la lunga fase di raffreddamento e lavorazione, che richiederà oltre un anno e dovrà raggiungere un livello di precisione tale da far tremare i polsi. Se lo specchio è enorme, l’errore massimo consentito per la sua curvatura è infatti dannatamente piccolo: appena 15 milionesimi di millimetro.
Servizio di Marco Malaspina
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