Scandalo SMS per il terremoto, Sindaco: “neanche un euro ad Amatrice” – tra ipocrisia e mancanza di sovranità monetaria

“Nemmeno un eurodice Sergio Pirozzi a il Giornale- dei 33 milioni che gli italiani hanno donato attraverso sms da 2 euro l’uno o attraverso bonifici di solidarietà è finito a beneficio delle popolazioni terremotate di Amatrice, Accumoli, Arquata o Pescara del Tronto e degli altri comuni terremotati il 24 agosto 2016″.

I fondi, è spiegato in un articolo diffuso il settembre 2017, sarebbero stati utilizzati per tutt’altro scopo: una pista ciclabile nelle Marche, in un paese non compreso nelle zone devastate dal sisma. Se la ciclovia è stata bloccata dopo le proteste, sono rimasti 7 eliporti notturni, una grotta nelle terme e, nel Lazio, alcune scuole in comuni che non rientrano nel cratere.

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«La destinazione di quei fondi – afferma Pirozzi- è stata decisa da una commissione di saggi che tanto saggi non sono. Io credo che dopo averli usati così bisogna chiedere scusa agli italiani». E il sindaco spiega che la grande solidarietà degli italiani per le popolazioni colpite dal sisma si è scontrata con decisioni amministrative che provocano nei donatori rabbia e sfiducia nelle istituzioni. Perché il «giallo» degli sms si aggiunge al calvario imposto ai comuni disastrati con i provvedimenti del governo sulla ricostruzione, «fatti male e inutili, perché ispirati dai vari clientes di riferimento».

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Se già non risultasse abbastanza ambiguo che lo Stato Italiano, piuttosto che stampare moneta per distribuirla ai terremotati abbia chiesto agli stessi cittadini di inviare soldi via sms per la ricostruzione (uno Stato che di fatto chiede ai cittadini i soldi per darli poi agli stessi cittadini?), da questa incredibile e scandalosa vicenda emerge uno Stato italiano che a tratti non c’è più, privo di sovranità monetaria, ovvero la libertà di poter emettere denaro a piacimento in modo da diffonderlo in situazioni di emergenza.

Una sovranità mancante che si alimenta anche con lo scandalo del debito pubblico, oltre che a quello delle finte campagne solidali e Non serve centralizzar ei poteri se questi risultano più corrotti. Non serve più europa o più cooperative, serve più indipendenza, più autonomia economica e uno Stato vero dovrebbe vigilare affinchè le risorse non vengano mai a mancare per le popolazioni locali. Il vero populismo, la vera demagogia la fa chi oggi parla di aiuti via sms, da Bruxelles, dalle banche private e dalla BCE ma che dimentica che la soluzione definitiva resta nel permettere alla comunità italiana di gestire i propri soldi senza dover chiedere l’elemosina a se stesa.

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