Gli scienziati hanno cercato di fare in modo che la fusione nucleare avvenga da decenni e, per una buona ragione, potrebbe fornire energia pulita quasi infinita senza i rischi associati all’energia nucleare. Negli anni ’50, gli scienziati hanno teorizzato che la fusione nucleare era a pochi decenni di distanza. Poi, dopo che questo non si è concretizzato, gli scienziati negli anni ’70 dissero che mancavano solo pochi decenni. Tagliato a oggi, e sembra che non siamo più vicini al potere di fusione nucleare … fino ad ora.
Finora gli uomini hanno solo sfruttato il processo di fusione per produrre le bombe H, in cui le altissime temperature e pressioni necessarie per innescare il processo sono ottenute in un primo stadio in cui si fa esplodere una bomba a fissione, il processo nucleare opposto alla fusione, in cui nuclei pesanti sono scissi in nuclei più leggeri. In sostanza, ha spiegato Lucia Votano su Blog Italia, nonostante decenni di studi e tentativi, non possediamo ancora completamente la tecnologia per riuscire ad avviare la reazione di fusione in modo controllato ottenendo un bilancio energetico positivo.
Quindi cosa rende questa volta la voce che vorrebbe la fusione nucleare sempre più vicina? Il team dice che un nuovo tipo di superconduttore che è appena diventato disponibile è l’innovazione che stavano cercando. Parte del problema con la realizzazione della fusione nucleare è che occorrerebbe essere in grado di scaldare le cose fino a 150 milioni di gradi, trasformando la maggior parte dei contenitori in plasma.
Il MIT e il Commonwealth progettano di utilizzare questo nuovo superconduttore, realizzato in nastro di acciaio rivestito con ossido di ittrio-bario-rame, per realizzare magneti che contribuiranno a rendere la fusione nucleare una realtà. “Questo è un momento storico importante: i progressi nei magneti superconduttori hanno messo potenzialmente a portata di mano l’energia di fusione, offrendo la prospettiva di un futuro energetico sicuro e senza emissioni di carbonio”, afferma il presidente del MIT L. Rafael Reif.
Via Fast Company