Dopo 45 minuti di attività, i volontari hanno riposato per 15 minuti, durante i quali potevano sorseggiare i loro drink (circa mezzo litro): una bevanda gassata, un succo, oppure dell’acqua. Dopo il break, i partecipanti hanno ripreso l’attività fisica per altre tre sedute, e i loro rispettivi break, per un totale di 4 ore. Poco prima di terminare, il team ha chiesto loro di bere l’ultimo sorso del loro drink. A questo punto, sono stati misurati temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione sanguigna, peso e marcatori delle malattie renali. Un esame a cui sono stati sottoposti tutti i partecipanti sia immediatamente dopo l’attività fisica, che dopo 24 ore. Secondo i risultati, i partecipanti appartenenti al gruppo delle bevande gassate e dei succhi di frutta avevano riportato i più alti livelli di marcatori di problemi renali; un fattore che non è stato riscontrato nel gruppo che aveva consumato acqua minerale.
«Il consumo di queste bevande frizzante durante e dopo gli esercizi, ad alte temperature, non è l’ideale», ha dichiarato il team di ricerca in uno statement. «Ora abbiamo bisogno di effettuare ulteriori studi sugli effetti a lungo termine del consumo di questi drink durante l’attività fisica, e il loro legame con il rischio di sviluppare malattie renali». La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica American Journal of Physiology. Pertanto, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’unica bibita raccomandata durante un allenamento resta dunque l’acqua minerale.
Questo articolo è stato scritto anche grazie al contributo di alcuni utenti del web (a tal proposito ricordiamo che scrivendo alla Pagina https://www.facebook.com/GloboChanneldotcom/ è possibile inviare segnalazioni, osservazioni anche con foto e video, inoltre è possibile seguire tutte le news anche su Telegram all’indirizzo https://t.me/globochannel).