Pubblicato da J.C.Silva, Creature del Mare Onlus e SharkOn Knowledge Protects, un video documenta i frenetici momenti che seguono lo svuotamento delle reti da pesca sul ponte di un grosso peschereccio nelle acque dell’Oceano Atlantico di fronte alla costa brasiliana. Nelle grosse reti, lunghe forse chilometri, finiscono per intrappolarsi anche animali protetti: tartarughe, squali e a volte anche balene. Nel filmato si nota la presenza di centinaia, ma forse, in realtà, migliaia, di quelli che sembrano piccoli pesci angelo ormai morti, ributtati in mare dagli stessi pescatori. A poco importa se questa “tecnica” malsana porterà alla morte della biodiversità marina (e quindi anche dello stesso comparto della pesca): la cosa, per i pescatori, importante è il profitto immediato.
Quello nel documentato nel video qui sotto, rappresenta soltanto uno dei tantissimi esempi quotidiani, ovvero di ciò che ogni giorno, avviene in tutti i mari e oceani del pianeta. Una pratica più che discutibile che l’Unione Europea ha vietato dal gennaio di quest’anno e che, comunque, si traduce in circa 40 milioni di tonnellate di pesce, quasi la metà del pescato globale, gettato in mare dai barconi da pesca all’anno. Una cifra fuori ogni logica che la Natura non è più in grado di sostenere. Una cosa che può fare il consumatore nell’immediato sarebbe quella di spendere qualche centesimo in più a favore dei prodotti ittici pescati con tecniche sostenibili (canne da pesca ecc..) menzionati sulle confezioni dei prodotti d’alta qualità. Video:
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