Dai risultati di due ricerche scientifiche sembrerebbe che frammenti di microplastiche siano contenute in neve e pioggia e che siano precipitate sull’artico e sulle montagne rocciose. Le perturbazioni atmosferiche, riescono a trasportare l’inquinamento umano in zone lontane, contaminando anche quelle.
Due differenti gruppi di ricerca hanno accertato che nella neve caduta sull’Artico e nella pioggia precipitata sulle montagne rocciose ci siano tracce di plastica, siamo riusciti a contaminare anche zone che dovrebbero essere incontaminate. Addirittura sembrerebbe che anche nella fossa delle Marianne( il luogo più profondo nel cuore del Pacifico) ci siano tracce di plastica.
Questo materiale è ovunque, siamo contaminati sino alle ossa, ne assumiamo senza saperlo 5grammi a settimana in media, e non teniamo in considerazione ciò che può provocare alla nostra salute. Basta vedere quello che succede agli animali marini, uccelli, tartarughe e tanti altri esemplari che spesso la divorano o ne restano intrappolati.
Il gruppo dello U.S. Geological Survey (USGS), un’agenzia governativa statunitense che monitora il territorio, stava effettuando una ricerca sull’inquinamento da azoto. Alcuni scienziati sulle montagne rocciose del nord America tra Stati Uniti e Canada hanno trovato particelle di plastica nel 90% delle zone esaminate, anche nelle aree remore. La cosa più scioccante è stata per gli studiosi trovare nel sito C098, a circa 3.200 metri di altezza dal livello del mare delle pozzanghere d’acqua con all’interno delle microfibre sintetiche di 0,45micrometri, proprio come quelle presenti nei tessuti, la cosa curiosa è che la maggioraparte erano di color blu. Questo sottolinea come tramite le piogge, neve, vento ecc.. tutti gli ambienti e gli ecosistemi, anche quelli più lontani e remoti possano essere contaminati.
L’altra ricerca è stata effettuata dall’istituto Alfred-Wegener-Institut Helmholtz-Zentrum für Polar- und Meeresforschung (Germania) e del WSL Institute for Snow and Avalanche Research SLF (Svizzera). Gli scienziati hanno scoperto microplastica in zone remote dell’emisfero settentrionale come le Isole Svalbard e le Alpi Svizzere, nell’Artico sono precipitate con la neve, addirittura in un litro di neve sono state trovate 14.400 particelle, un valore altissimo per un ambiente che dovrebbe essere puro. I frammenti trovati nell’artico arrivano principalmente da tessuti,gomme,vernici,prodotti per la cosmesi e sono basate principalmente su polietilene e poliammide.
Ogni anno vengono prodotti 300 milioni di tonnellate di plastica e moltissima inquina l’ambiente sia sottoforma di frammenti più grandi come le isole di plastica che si trovano nell’Oceano,ma anche attraverso microplastiche, ancora più pericolose. Si pensa che nel 2050 ci sarà presente più plastica, che pesci nei mari. I risultati dell’ultima ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Advances.
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