Amazzonia: brucia la foresta pluviale, la situazione è tragica il nostro pianeta rischia di perdere acqua e ossigeno

Dopo l’Artico, anche l’ Amazzonia brucia. Gli ecosistemi naturali che sono fondamentali per la sopravvivenza di tutte le specie viventi rischiano di scomparire per sempre e il danno può essere gravissimo.
Per colpa della deforestazione, la foresta amazzonica sta man mano perdendo superficie: come se bruciassero tre campi da calcio al minuto e la situazione è sempre più tragica.

La foresta amazzonica è il polmone verde nel nostro pianeta, è quello che regola gli equilibri climatici. Se continuerà cosi, la situazione sarà drammatica: la foresta rischia di non riuscire più a provvedere alla stabilità climatica del pianeta, di produrre ossigeno a sufficienza, ad assorbire CO2, e produrre acqua dolce e a mantenere la biodiversità.

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L’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE) ci dice che solo quest’anno , dall’inizio del 2019 in brasile gli incendi sono aumentanti dell’ 83% rispetto all’anno precedente. 73mila gli incendi registrati in tutto il territorio e più della metà proprio in Amazzonia. L’uso del fuoco in questi territori è prevalentemente collegato alla richiesta di dover far spazio a nuove coltivazioni, allevamenti intensivi e miniere. In Brasile la situazione si è aggrava negli ultimi anni, il cui governo ha fatto della deforestazione un modo per poter aumentare lo sviluppo economico.

La zona disboscata solo nel mese di Luglio risulta essere di 2.254 chilometri quadrati, equivale ad un terzo di quella disboscata negli ultimi 12 mesi.
Distruggere la foresta pluviale è un danno immenso per tutto il globo. Parlando di numeri: rischiamo di perdere circa il 20% delle risorse d’acqua del pianeta e il 20% di ossigeno. Inoltre 34milioni di persone rischiano di perdere la loro casa e il 10% della biodiversità mondiale andrebbe distrutto.

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Isabella Pratesi, direttore Conservazione del WWF Italia, ci spiega: “Il saccheggio dell’Amazzonia e delle sue straordinarie risorse ha anche un drammatico risvolto sociale. La deforestazione è infatti accompagnata da un drammatico aumento delle violenze verso le popolazioni indigene che vivono in quei territori. Cacciate dalle loro foreste, assassinate e torturate per il commercio di legna, miniere d’oro, pascoli e coltivazioni, le tribù amazzoniche sono le prime vittime di un efferato crimine contro l’umanità e il pianeta rispetto al quale i nostri occhi e le nostre orecchie rimangono sigillati”,

La foresta Amazzonica è unica nel suo genere, un ambiente delicato e impossibile da riprodurre. La sua scomparsa non potrà che continuare a deteriorare il nostro pianeta e non ci sarà più niente da fare. La foresta Amazzonica che brucia si è trasformata in un inferno, la situazione è tanto grave da coinvolgere città lontane con il fumo e provocare blackout, come è successo a San Paolo anche se dista 2700 chilometri dalle fiamme. Cosa possiamo fare?

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Essere informati e più consapevoli di ciò che succede nel mondo, può aiutare a migliorare la situazione. Di certo da soli possiamo fare poco, ma se tutti fossimo consapevoli e si cooperasse la situazione sarebbe ribaltata. Iniziare però nel proprio piccolo, nella propria quotidianità a cambiare si può.

Non acquistare prodotti di grandi compagnie che sfruttano questi territori per la coltivazione e l’allevamento è un passo in avanti. Evitare di acquistare prodotti confezionati o consumare cibi di grandi catene che producono carne o altri tipi di alimenti simili può far cambiare l’andamento del’economia. Noi abbiamo il potere di cambiare i mercati e l’economia se solo volessimo. Scegliere di utilizzare prodotti freschi e a chilometro zero, andrebbe ad azzerrare la richiesta del mercato di queste compagnie che non avrebbero più l’esigenza di disboscare e l’interesse di coltivare o allevare in questi territori.
Siamo al limite, il nostro pianeta è al limite e tra non molto ci sarà il punto di non ritorno. Dobbiamo darci da fare.

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Fonte: wwf.it

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