Dopo aver superato un tumore, di qualunque natura esso sia, la vita cambia radicalmente, la visione del mondo cambia e anche gli obiettivi e le priorità della vita stessa.
Molto spesso, chi ha superato e battuto la malattia vive con la paura che possa ripresentarsi. L’ansia di una recidiva è molto comune e ogni singolo sintomo, anche il più banale diventa un campanello d’allarme, che magari viene amplificato a causa proprio dell’ansia. Dal sito della fondazione Umberto Veronesi abbiamo riportato un articolo che racconta proprio questa fase, a volte non tenuta molto presente.
Il paziente una volta guarito può tornare a fare la sua vita con alcuni controlli programmati, ma seguire una persona dopo questo periodo critico e pesante è una fase molto importante, che dovrebbe essere tenuta in considerazione anche dal sistema sanitario nazionale. Mettere a disposizione un professionista che possa aiutare tutte queste persone, non potrebbe che giovare.
“Sentirsi ansiosi e spaventati per il ritorno della malattia è la paura più
comune per chi ha superato il cancro. Si tratta di una paura che in alcun casi
può influenzare la capacità di vivere serenamente e fare progetti per il futuro.
La maggior parte dei malati riferisce che con il tempo le paure diminuiscono. Ma può bastare un piccolo stimolo perché si ripresentino: un’occasione speciale (un compleanno), un anniversario (la data in cui è stato diagnosticato il tumore), un appuntamento di controllo, il sentire parlare di cancro, vedere luoghi associati alla malattia (come l’ospedale), avere un sintomo che ricorda quelli associati al tumore.
Si tratta di un fenomeno normale, con cui occorre imparare a convivere. Il cancro è un’esperienza traumatica che non può essere cancellata, che in qualche modo entra a far parte della propria identità: è normale che di tanto in tanto possano riemergere le emozioni a esso associate.
Se alcuni pazienti sono capaci di gestire le emozioni correlate al timore del ritorno della malattia, per un’altra parte di essi la paura che la malattia si ripresenti è costante, i pensieri sono intrusivi, ogni lieve malessere viene interpretato come un sintomo della recidiva, si è convinti che, indipendentemente dalla prognosi, il cancro ritornerà o è già ritornato senza che lo si sappia.
A seconda dei casi, si può stare sempre in allerta cercando informazioni sul tumore e sottoponendosi a esami su esami per cercare la ricomparsa del tumore. In altri ci si rassegna a un destino percepito come inevitabile e si evita ogni forma di controllo medico. In tutti i casi si diventa incapaci di vivere il presente e programmare il futuro.
Se la paura di un ritorno del tumore è così intensa, è necessario chiedere l’aiuto di uno specialista. Oltre a peggiorare drasticamente la qualità di vita, questo atteggiamento può sfociare in un disagio psichico e un faticoso rientro ad una vita quotidiana.”
Fonte: FondazioneUmbertoVeronesi.it
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