Il progetto ha già dato i primi frutti, per quanto riguarda il lato farmaceutico, si è utilizzato gli estratti delle foglie dell’olivo per bloccare l’azione genotossica del cadmio, inoltre sono state create alcune associazioni con l’olivo per poter realizzare estratti per combattere problemi infiammatori e stress ossidativo.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, gli stessi estratti sono utili per mantenere la conservabilità degli alimenti, come ad esempio per i taralli, o il patè di olive o le olive in salamoia, insomma si possono eliminare i conservanti chimici, per dare spazio a sostanze totalmente naturali.
Sono in corso anche alcuni studi che prevedono l’uso di scarti di olivo e che possono essere utili in più cambi, mantenendo la situazione sempre più sostenibile.
Hanno partecipato al progetto anche l’Università di Milano ( Dipartimento di scienza Alimentari,Ambientali e Nutrizionali), Parma (Dipartimento di scienze alimentari), Sassari (Dipartimento di Agraria), Teramo ( Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali) e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria ( Dipartimento di Agraria).
Fonte: ansa.it , federfarma.it
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