L’utilizzo di contenitori in plastica e polistirolo nel mondo è ancora molto diffuso ma esso rappresenta una delle principali forme di grave inquinamento ambientale sia sulla terraferma che nei fiumi e nel mare. Una situazione non più sostenibile che ogni anno comporta analisi sempre più preoccupante per la salute di tutti gli esseri viventi del nostro pianeta. Spesso, in Italia e in molti altri paesi si parla di riconversione delle fabbriche di prodotti usa e getta da plastica a materiali più ecosostenibili e biodegradabili. A tante belle parole seguono a volte soltanto fatti limitati a piccole realtà locali mentre il contesto predominante è ancora una volta quello della pericolosa plastica usa e getta, usata per svariati accessori compresi piatti e bicchieri per gli alimenti. In realtà, una soluzione sarebbe dietro l’angolo e riguarderebbe il riutilizzo di alcune foglie d’albero:
In Sudamerica, ad esempio, piatti a base di foglie di banana scompaiono completamente, naturalmente, in soli 60 giorni. Uno scarto, la foglia di banana, che diventa una risorsa. Si tratta di un materiale compostabile che, dopo il suo utilizzo, essere aggiunto anche al cumulo di compost in modo che possa diventare compost naturale. Questo progetto peruviano è stato battezzato come Chuwa Plant, una startup con la missione di fornire al Perù e al resto del mondo innovativi piatti monouso biodegradabili realizzati con materiali naturali:
Il suo primo design di piatto è rettangolare, ampiamente utilizzato nel cibo da asporto. La scorza del gambo della banana è impermeabile, il che permette che il grasso degli alimenti non coli o raggrinzisca il piatto; Inoltre, dopo essere stato utilizzato, viene scartato e si decompone in 16-18 settimane a seconda dei fattori ambientali. Un’alternativa al technopor (polistirolo), che impiega dai 500 ai 1.000 anni per decomporsi. (Ulteriori informazioni: Chuwa.Plant). Ma quello appena descritto rappresenta soltanto uno dei numerosi modi per la creazione di contenitori per gli alimenti dalle foglie degli alberi:
Già nel corso del 2016, infatti, in Thailandia, alcuni ricercatori universitari avevano prodotto contenitori per gli alimenti fatti con grandi foglie appartenenti ad altre specie di albero, ideali anch’esso per la consumazione di cibi, zuppe calde comprese:
L’auspicio è che queste ideazioni possano divenire nel tempo abitudine d’uso comune in tutto il mondo viste le numerose potenzialità di applicazione e vista l’esigenza di convertire in maniera celere i prodotti usa e getta con materiali più ecocompatibile. Questa sembra un’alternativa basata su una risorsa reperibile praticamente ovunque, con un basso costo di produzione e dunque anche con un possibile basso costo di vendita.
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