Le analisi sono state effettuate a partire dal febbraio 2020 a fine anno, per una media di 8 mesi. Chi ha avuto il covid ha 15 volte meno la probabilità di riammalarsi, rispetto a chi non l’ha avuto. Solo 5 pazienti tra quelli coinvolti nella ricerca sono nuovamente tornati positivi e solo 1 è stato ricoverato in ospedale. Ciò significa chi si è ammalato ha un’immunità di almeno 8 mesi( durata dello studio), ma i ricercatori pensano che possa arrivare anche ad un anno. Non si esclude ( ma è da verificare) che chi ha preso il covid abbia la cosidetta ” immunità stazionaria” cioè come accade ad esempio per il morbillo, una volta preso, non possa più riammalarsi. Da questo si potrebbe concludere che chi ha l’immunità naturale, potrebbe evitare di vaccinarsi, ma sembra non sia cosi almeno da quello che dice Mumoli:
“Per avere l’immunità di gregge occorre che almeno il 70-80% della popolazione si ammali, un prezzo da pagare altissimo per l’immunità perché si conterebbero tanti morti. In questo momento sono 5 milioni gli italiani che hanno preso il Covid, saremmo lontanissimi dall’immunità di gregge seguendo questa via. Pensiamo al vaiolo che fu debellato solo attraverso l’immunità artificiale. Il vaccino consente di liberarsi molto più velocemente del virus. Ecco perché è doveroso che chi ha già fatto il Covid si sottoponga all’iniezione entro sei mesi aggiungendo all’immunità naturale quella artificiale del vaccino che rafforza ancora di più il sistema immunitario.” e in merito agli anticorpi aggiunge “Il fatto che diminuiscano o siano pochi non significa che non si sia immuni dal momento che resta la ‘memoria’ nel sistema immunitario“. Non mancheranno in futuro studi per capire se la stessa protezione garantita dall’immunità naturale sia legata anche ai vaccini.
Fonte: agi.it