Questo caffè coltivato in laboratorio ha il sapore e l’odore del caffè normale. “L’idea è quella di utilizzare la biotecnologia piuttosto che l’agricoltura convenzionale per la produzione alimentare“, spiega Heiko Rischer, capo della biotecnologia vegetale presso VTT. E questo, in particolare per scopi ecologici. Infatti, secondo l’organizzazione Sustainable Coffee, ogni anno nel mondo vengono prodotte circa 9,5 milioni di tonnellate di caffè. E la domanda non poteva che aumentare. Fino a triplicare entro il 2050. Potrebbe quindi, ,evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, essere necessario aumentare la superficie coltivabile e quindi, per forza di cose, ciò rappresenterebbe un rischio significativo per le foreste. Secondo Heiko Rischer, la produzione di caffè in vitro ha diversi vantaggi:
Serve meno acqua e, essendo prodotto localmente, non richiede lunghi trasporti. Riusciremo presto a degustare questo nuovo caffè? Non per quattro anni, almeno, secondo i ricercatori. Ma questo caffè deve ancora trovare il suo pubblico. Infatti, secondo sondaggi condotti negli Stati Uniti e in Canada, i consumatori sono piuttosto diffidenti nei confronti di questo tipo di alimenti coltivati in laboratorio. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un servizio televisivo diffuso sul web: