“Nel 79 dopo Cristo, presumibilmente tra il 24 e il 25 ottobre, Pompei, situata a trenta chilometri a sud di Napoli, venne devastata dal fuoco dell’inferno. A quel tempo il Vesuvio pareva spento da ottocento anni – ma quel giorno improvvisamente il vulcano si risvegliò. 🌋 Oggi, dopo anni e anni di scavi, le vestigia di Pompei restano per i ricercatori un luogo di studi unico al mondo. 🌋 Osservando questo luogo siamo in grado di ricostruire il passato e, forse, di prevedere il futuro” – lo rende noto sui social la pagina del programma televisivo della tv svizzera (RSI) “Il Giardino di Albert“. Nel corso di un approfondimento dedicato al dramma antico di Pompei, un esperto mette in guardia la popolazione locale menzionando i fatti avvenuti nel periodo romano:
Il vulcano è attivo e va assolutamente monitorato. Si ritiene che già 400000 anni fa la zona del Vesuvio sia stata soggetta ad attività vulcanica, 39000 anni fa avvenne un’eruzione colossale detta ignimbrite campana, durante la quale si emisero fino a 15 km³ di magma, tuttavia sembra che la montagna abbia iniziato a formarsi 30000 anni fa, probabilmente come vulcano sottomarino nel Golfo di Napoli; emersa successivamente come isola, si unì alla terraferma per l’accumulo dei materiali eiettati. Non conosciamo l’energia che potrebbe sprigionare in una possibile futura eruzione che potrebbe verificarsi prima di quanto possiamo immaginare. L’aspetto critico non sarebbe solo basato sul problema legato alla pericolosità del vulcano, ma anche alla mancanza di sensibilizzazione da parte dell’attuale popolazione, abituata alla presenza di un Vesuvio apparentemente “calmo”. Il link al frammento dell’approfondimento televisivo:
Fonte: https://www.rsi.ch/la1/programmi/cultura/il-giardino-di-albert/puntate/