Gli allevamenti intensivi stanno causando batteri resistenti agli antibiotici, possibile aumento spropositato di morti entro il 2050

I batteri resistenti agli antibiotici possono essere trasmessi dai maiali agli esseri umani, come risultato dell’utilizzo smodato di questi medicinali negli allevamenti intensivi:

Lo sostiene uno studio dell’Università di Copenhagen, che ha studiato lo “C. difficile”, uno dei superbatteri più pericolosi al mondo. Gli antibiotici sono usati per tenere gli animali, soprattutto maiali e polli, in condizioni pessime, quindi in luoghi dove le malattie si propagano di più, senza che questi si ammalino. Lo studio ha confermato che, in questi ambienti, i superbatteri si stanno sviluppando molto più velocemente di quanto ipotizzato e con forme identiche a quelli che colpiscono l’essere umano e perciò potenzialmente infettive e mortali. Ogni anno, 750’000 persone muoiono per infezioni batteriche resistenti alle cure ma, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per l’Unione per il controllo internazionale del cancro, questo numero potrebbe, entro il 2050, raggiungere le 10 milioni di morti annui, con un costo per la sanità di oltre 100’000 miliardi di dollari.

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