Donare regolarmente sangue e plasma potrebbe aiutare il nostro organismo a purificarsi dalle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) o sostanze chimiche “per sempre“, che costituiscono la plastica e non si degradano mai. Non a caso, recentemente, è stata confermata la presenza di microplastiche anche nel nostro corpo, associate a numerosi problemi di salute:
inquinano il delicato equilibrio del microbioma intestinale, causano asma e altre malattie polmonari e ora sono nel nostro flusso sanguigno, dove è difficile liberarsene. Un nuovo studio ha ora scoperto che donare sangue regolarmente può purificare il flusso sanguigno dal PFAS, una scoperta che segna la prima volta che abbiamo capito come liberare il corpo dalle sostanze chimiche che sono entrate per sempre. La ricerca, pubblicata su JAMA Network Open, ha coinvolto 285 vigili del fuoco australiani che hanno donato sangue e plasma in 12 mesi. I vigili del fuoco sono esposti a più PFAS rispetto alla persona media, il che li rende un caso di studio perfetto per la ricerca.
I vigili del fuoco erano divisi in tre gruppi: uno avrebbe donato plasma ogni sei settimane, uno avrebbe donato sangue ogni 12 settimane e uno sarebbe stato semplicemente sotto osservazione. I vigili del fuoco hanno dichiarato che “non vogliamo queste sostanze chimiche nei nostri corpi, non vogliamo essere cavie per vedere cosa ci accadrà tra 10, 20, 30 anni. Facciamole uscire”. La donazione di plasma si è rivelata l’intervento più efficace, riducendo i livelli sierici medi di perfluorottano sulfonato di 2,9 ng/mL, rispetto a una riduzione di 1,1 ng/mL con la donazione di sangue, una differenza significativa; cambiamenti simili sono stati osservati con altri PFAS. Lo conferma il ricercatore Mark Taylor, coautore dello studio:
“In altre parole, la donazione di plasma è risultata più efficace della donazione di sangue, sebbene entrambe siano state efficaci nel ridurre la quantità totale di sostanze chimiche nel flusso sanguigno . Questo è significativo: fino ad ora, nessun altro intervento ha funzionato per ridurre i PFAS nel sangue” – ha sottolineato il ricercatore. I PFAS sono onnipresenti: sono utilizzati in una varietà di pentole antiaderenti, materiali impermeabili e altri per la loro resistenza al calore e all’acqua. Ci sono migliaia di sostanze chimiche nella famiglia PFAS; con pochissime regolazioni per controllarne l’uso. Tuttavia, i costi di utilità sono elevati: oltre ad essere identificati come potenzialmente cancerogeni, i PFAS sono associati a “basso peso fetale, ridotta risposta immunitaria, funzionalità tiroidea anormale, obesità, aumento dei livelli lipidici, anomalie della funzionalità epatica e potenzialmente un aumento del rischio di alcuni tumori maligni”. L’industria petrolchimica è in gran parte responsabile dei PFAS che vediamo, tocchiamo e respiriamo. Preoccupate per l’aumento della regolamentazione, le industrie si stanno spostando verso “regimi più permissivi “come India, Brasile e Cina. Non c’è più nessun posto sulla Terra che non sia contaminato da PFAS, ma alcune popolazioni sono più a rischio di contaminazione di altre. La logica della loro eliminazione è semplice:
i PFAS agiscono legandosi alle proteine del siero del sangue; pertanto, l’eliminazione di una parte di questo sangue porterebbe alla riduzione per sempre delle sostanze chimiche nel flusso sanguigno. Per quanto riguarda la domanda su cosa succede ai riceventi di questo sangue: “Le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche sono onnipresenti e non è stata identificata alcuna soglia che rappresenti un rischio maggiore per i riceventi di emocomponenti donati”. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per vedere se il semplice prelievo di sangue o plasma a intervalli regolari può essere una soluzione efficace a lungo termine, la ricerca mette in evidenza il tasso allarmante di contaminazione da queste sostanze chimiche. E mentre gli interventi per rimuoverli dal sangue sono cruciali, lo sono anche i regolamenti per garantire che non entrino in gioco in primo luogo. Mentre la presenza di microplastiche PFAS in prodotti domestici è ancora in discussione, ricordiamo comunque che sul mercato esistono svariati modelli di pentole prodotte senza PFOA (ovvero senza metalli pericolosi), come riportato nelle schede di questi prodotti in vendita su Amazon:
Maggiori informazioni sullo studio su jamanetwork.com (testo in inglese).