Gli uomini delle caverne conoscevano la musica: lo dimostra un flauto di 40.000 anni costruito con ossa di mammut scoperto nelle grotte sveve

I primi esseri umani moderni avrebbero potuto trascorrere le loro serate seduti intorno al fuoco, suonando flauti d’osso e cantando canzoni già 40.000 anni fa, utilizzando antichi strumenti musicali non molto differenti da quelli moderni. E’ quanto recentemente scoperto da alcuni scienziati:

Stando a quanto si apprende in uno studio scientifico pubblicato nel 2022, i ricercatori stavano studiando un moderno insediamento umano chiamato Geißenklösterle, una parte del sistema di grotte sveve nella Germania meridionale, quando si sono imbattuti nei flauti d’osso. Uno è fatto di avorio di mammut, mentre l’altro sembra fatto con le ossa di un uccello. Hanno anche trovato una collezione di denti perforati, ornamenti e strumenti di pietra nel sito. “Questi risultati sono coerenti con un’ipotesi che abbiamo avanzato diversi anni fa secondo cui il fiume Danubio era un corridoio chiave per il movimento degli esseri umani e le innovazioni tecnologiche nell’Europa centrale tra 40.000 e 45.000 anni fa”, ha affermato il ricercatore Nick Conard, dell’Università di Tubinga. I flauti sono la prima testimonianza di innovazioni tecnologiche e artistiche caratteristiche del periodo aurignaziano:

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Anche questa cultura ha creato il più antico esempio d’arte conosciuto inteso a rappresentare una persona, rinvenuto nello stesso sistema di grotte nel 2008 (quella statua sembra avere circa 35.000 anni). Gli strumenti musicali indicano che questi primi umani condividevano canzoni e mostravano creatività artistica anche prima di quanto si pensasse. I ricercatori hanno datato al radiocarbonio le ossa trovate nello stesso strato degli scavi archeologici dei flauti. Questa datazione al carbonio utilizza il livello di carbonio radioattivo, che è presente in natura nel mondo e decade prevedibilmente in carbonio non radioattivo, per stimare l’età dei materiali organici. Hanno scoperto che gli oggetti avevano un’età compresa tra i 42.000 ed i 43.000 anni, appartenenti alla cultura aurignaziana risalenti al Paleolitico superiore. Finora, queste date sono le prime per l’ Aurignaziano e precedono siti equivalenti da Italia, Francia, Inghilterra e altre regioni.I risultati indicano che gli esseri umani moderni sono entrati nella regione dell’Alto Danubio prima di una fase climatica estremamente fredda tra i 39.000 ed i 40.000 anni fa, hanno affermato i ricercatori:

Flauto in avorio di mammut.(Credito immagine: Università di Tubinga)

“Gli esseri umani moderni durante il periodo aurignaziano erano nell’Europa centrale almeno da 2.000 a 3.000 anni prima di questo deterioramento climatico, quando enormi iceberg si sono staccati dalle calotte glaciali nell’Atlantico settentrionale e le temperature sono crollate“, ha detto il ricercatore Tom Higham, dell’Università di Oxford, in un dichiarazione. “La domanda è quale effetto potrebbe aver avuto questa recessione sulle persone in Europa in quel momento“. Questo sito era abitato da esseri umani moderni, hanno detto i ricercatori, ma è possibile che anche i Neanderthal fossero nella zona nello stesso momento, sebbene non siano stati in grado di trovare prove di alcun contatto culturale o incrocio tra i due gruppi in questa parte di Europa. Lo studio è stato pubblicato l’8 maggio sul Journal of Human Evolution. I flauti d’osso respingono la data in cui i ricercatori ritengono che la creatività umana si sia evoluta.

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