Totò, l’attore animalista: salvò centinaia di cani prendendosene cura. Il video dell’intervista

-“Duecentoventi cani? E perché? Che se ne fa di 220 cani?!” – alla domanda di un’intervistatrice, la risposta di Totò fu molto chiara:

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“Me ne faccio, signorina mia, che un cane vale più di un cristiano. Lei lo picchia e lui le è affezionato lo stesso, non gli dà da mangiare e lui le vuole bene lo stesso, lo abbandona e lui le è fedele lo stesso. Il cane è nu signore, tutto il contrario dell’uomo. Io mangio più volentieri con un cane che con un uomo. Ad un’uomo lo posso anche tradire… A un cane mai, non ce la faccio” – queste le parole del popolare attore italiano che ancora oggi sono condivise online. Tuttavia, occorre ricordare che la passione di Antonio de Curtis per i cani non si limitava a qualche carezza o a belle parole:

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Come documentato anche nel 1961 da un approfondimento Rai – cui link riportiamo qui sotto – Totò realizzò anche “L’ospizio dei Trovatelli“, un rifugio a Roma, sulla via Boccea, insieme alla sua compagna, Franca Fantini, per ospitare decine di cani (nel servizio si parla di 170 animali ma l’attività ne salvò complessivamente almeno 220). L’iniziativa – a quanto pare costata a Totò ben 45 milioni di lire, una cifra enorme se si considera l’inflazione dell’epoca –  includeva anche assistenza veterinaria e un sistema di adozione per garantire agli animali una speranza in più. Un vero e proprio comportamento esemplare e pioneristico che solo decine di anni più tardi avrebbe visto anche i VIP d’oltreoceano cimentarsi in impegnative attività animaliste. Il collega Vittorio De Sica, ripensando al grande uomo che era Totò, un giorno disse: “A parte l’artista ricordare l’uomo Totò mi riempie di commozione: era veramente un gran signore, generoso, anzi, generosissimo. Arrivava al punto di uscire di casa con un bel po’ di soldi in tasca per darli a chi ne aveva bisogno e, comunque, a chi glieli chiedeva.[..] Totò è senz’altro una delle figure italiane più importanti che abbia conosciuto nella mia carriera e nella mia vita.”  Alla morte di Totò, gli ultimi cani furono gestiti dal cugino Eduardo Clemente che provvedette a farli adottare. Il video del servizio Rai dell’epoca continua ancora oggi a far riflettere:

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