Pubblicato sull’International Journal of Neuropsychopharmacology, questo studio dell’Università di Cambridge e del King’s College di Londra cita personaggi “stoner” come “The Dude” di “The Big Lebowski”, Jesse Pinkman di “Breaking Bad” e persino Argyle dell’ultima stagione di ” Stranger Things” come prova dello stereotipo che gli appassionati di erba lottano con la motivazione:
“L’uso di cannabis con una frequenza di tre o quattro giorni alla settimana non è associato all’apatia, al processo decisionale basato sullo sforzo per la ricompensa, al desiderio di ricompensa o al gradimento della ricompensa negli adulti o negli adolescenti. I consumatori di cannabis avevano un’anedonia inferiore rispetto ai controlli, sebbene con una dimensione dell’effetto ridotta. Questi risultati non sono coerenti con l’ipotesi che l’uso non acuto di cannabis sia associato all’amotivazione” – hanno concluso i ricercatori. Differente, invece, il contesto legato alla salute dei nostri polmoni, inevitabilmente sottoposti – come per le sigarette al tabacco – a continue inalazioni di sostanze potenzialmente cancerogene.
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