Scienziati creano robot liquido capace di dividersi e ricomporsi

il robot “liquido” visto nel film di fantascienza “Terminator 2”

Un robot liquido capace di dividersi in piccole gocce per poi ricostruirsi? Proprio mentre lo leggi, un gruppo di scienziati della Soochow University (Cina) in collaborazione con i colleghi del Max Planck Institute hanno creato uno spettacolare e imponente robot liquido con caratteristiche che ricorderanno a molti di noi il minuscolo robot creato da Hiro Hamada in il film Great Heroes (Big Hero 6 in inglese) o il robot antagonista visto nel film Terminator 2, infatti, la nuova creazione sembra senza dubbio presa dalla fantascienza e il suo funzionamento è molto simile a quello delle opere cinematografiche:

il minuscolo robot liquido creato dagli scienziati

Lo studio della creazione di questi peculiari robot è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances e gli autori sperano che questa invenzione unica possa essere applicata in futuro nell’area della biomedicina per poter raggiungere regioni ristrette del corpo umano. Questi robot sono progettati da minuscole goccioline di ferrofluido, una sospensione composta da nanoparticelle ferromagnetiche:

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Le sue dimensioni sono davvero minuscole, soprattutto se confrontate con le dimensioni a cui immaginiamo un robot, che vanno da centimetri (a grandezza naturale senza decomporsi) a pochi micrometri. Nello specifico sono stati creati con nanoparticelle di ossido di ferro in sospensione in un tensioattivo e un liquido vettore (olio idrocarburico leggero) che gli consente di esibire una combinazione unica di proprietà liquide e una forte risposta magnetica. Inoltre, includevano magneti sferici rotanti, che consentono di applicare la forza alla sospensione e mantenere il controllo del robot, questo, insieme alle proprietà di risposta liquida e magnetica, consente di rompere il robot in molti pezzi e quindi ricostruirlo senza complicazioni.

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È così che questi robot ferrofluidici in miniatura possono finalmente essere modellati, divisi e ricostruiti nella loro interezza, assolvendo alla capacità di essere riconfigurabili per poter entrare in spazi altamente variabili. Questa creazione, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata concepita e realizzata con lo scopo di avere un impiego in biomedicina, nello specifico per poter accedere a spazi complicati del sistema umano, ad esempio per la somministrazione di farmaci. In questo modo, per dimostrare che questi robot sono in grado di viaggiare attraverso il corpo umano, i ricercatori hanno testato i loro robot in diversi labirinti, con l’obiettivo di imitare le arterie e i capillari del corpo. Il labirinto comprendeva sezioni sia larghe che strette e mettere alla prova i robot ha visto la loro grande funzionalità e il loro impressionante successo nel raggiungere la fine di ciascuno dei siti progettati dopo essere stati suddivisi e ricostruiti più volte mentre attraversavano spazi ristretti.

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