Scoperti fluidi dal fondale marino che potrebbero innescare gravi terremoti

L’Oceano Pacifico nasconde sempre misteri, ultimamente sono state osservate fuoriuscite di fluido da alcune faglie che agisce come lubrificante. Questo fenomeno sta avvenendo in particolare nella zona di subduzione di Cascadia, si pensa che la bassa pressione possa essere un segnale di un terremo in arrivo.

Lo studio è stato effettuato da un team dell’Università di Washington, i risultati sono stati resi pubblici nel gennaio 2023. La zona in questione si trova a 50 km al largo della costa dell’Oregon. Le fuoriuscite registrate hanno una composizione differente rispetto a quella dell’acqua della zona.

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Queste perdite potrebbero fungere da “lubrificanti” e in caso di alta pressione permettono le varie faglie di scorrere una vicina all’altra, ma se la pressione si abbassa può essere pericoloso, non era mai stata osservata una cosa simile e tutto ciò può essere collegato a possibili terremoti con eventuale magnitudo molto alto.

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Ma come ha fatto il team di ricerca a rendersi conto della presenza di questo fluido?
Tutto è partito durante una crociera scientifica a bordo della RV Thomas G. Thompson. Il sonar della nave è riuscito a rilevare molte bolle sul fondale e con analisi più approfondite ci si è resi conto della particolarità della zona che è stata poi chiamata “Pythia’s Oasis”.

Gli studiosi hanno ipotizzato che queste fuoriuscite possano ricordare il getto delle manichette antincendio e che hanno una consistenza diversa di quelle delle zone circostanti. La temperatura di queste fuoriuscite è di circa 9° rispetto alle acque circostanti e con molta probabilità in origine possa arrivare ad essere tra i 150° e i 250°. Inoltre altra caratteristica sono ricchi di boro e litio e poveri di cloro, potassio e magnesio.

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Tutto ciò ha portato i ricercatori a pensare che potesse trattarsi di fluidi legati al egathrust della Cascadia, un potente sistema di faglie presente nella zona e in particolare da una zona di circa 4km di profondità.

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Il rilascio di quesi fluidi, diminuisce la pressione tra le particelle del fondale oceanico e quindi questo va ad aumentare la frizione tra le placche presenti, scatenando una reazione abbastanza potente, perchè se la pressione di abbassa ulteriormente le due placche non possono scorrere l’una con l’altra vicine, questo le porta ad accumulare stress e a scatenarsi in possibili terremoti. C’è però da sottolineare che essendo un fenomeno osservato per la prima volta, bisognerebbe approfondire per essere certi di ciò che gli studiosi hanno ipotizzato. Il video:

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