Un team di scienziati internazionali, sotto la guida dell’Università di Trento, Italia, ha pubblicato uno studio di ricerca che ha fatto una scoperta fondamentale nella conoscenza della Luna. Per la prima volta, gli scienziati hanno dimostrato l’esistenza di un tunnel nel sottosuolo lunare. Sembra essere un tubo di lava vuoto. Lo studio di ricerca è stato pubblicato da Nature Astronomy ed è il risultato di una collaborazione internazionale.
Utilizzando i dati raccolti dal satellite LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) della NASA, il team internazionale di scienziati ha così scoperto prove dell’esistenza di grotte sotto la superficie della Luna:

Grotte nel sottosuolo lunare, una scoperta internazionale a guida italiana:
Nel rianalizzare i dati radar raccolti dallo strumento Mini-RF (Miniature Radio-Frequency) dell’LRO nel 2010, il team ha trovato prove di una grotta che si estende per oltre 200 piedi dalla base di una fossa. La fossa si trova a 230 miglia a nord-est del primo sito di atterraggio umano sulla Luna nel Mare Tranquillitatis. L’intera estensione della grotta è sconosciuta, ma potrebbe estendersi per miglia sotto il mare. Gli scienziati hanno sospettato per decenni che sulla Luna ci siano grotte sotterranee, proprio come sulla Terra. Pozzi che potrebbero portare a grotte sono stati suggeriti in immagini dagli orbiter lunari della NASA che hanno mappato la superficie della Luna prima degli sbarchi umani dell’Apollo della NASA. Una fossa è stata poi confermata nel 2009 da immagini scattate dall’orbiter Kaguya della JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), e da allora ne sono state trovate molte sulla Luna attraverso immagini e misurazioni termiche della superficie scattate da LRO. Link video (Nasa):
“Queste grotte sono state teorizzate per oltre 50 anni, ma è la prima volta in assoluto che ne dimostriamo l’esistenza”, spiega Lorenzo Bruzzone, professore presso l’Università di Trento. Come è stata ottenuta questa dimostrazione? Bruzzone spiega: “Nel 2010, come parte della missione LRO NASA in corso, lo strumento Miniature Radio-Frequency (Mini-RF) ha acquisito dati che includevano una fossa nel Mare Tranquilitatis. Anni dopo abbiamo rianalizzato questi dati con complesse tecniche di elaborazione del segnale che abbiamo sviluppato di recente e abbiamo scoperto riflessioni radar dall’area della fossa che sono meglio spiegate da un condotto di una grotta sotterranea. Questa scoperta fornisce la prima prova diretta di un tubo di lava accessibile sotto la superficie della Luna“. “Grazie all’analisi dei dati siamo stati in grado di creare un modello di una porzione del condotto”, continua Leonardo Carrer, ricercatore presso l’Università di Trento. “La spiegazione più probabile per le nostre osservazioni è un tubo di lava vuoto”. Il ricercatore principale di Mini-RF, Wes Patterson, del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory aggiunge “Questa ricerca dimostra sia come i dati radar della Luna possano essere utilizzati in modi nuovi per affrontare questioni fondamentali per la scienza e l’esplorazione, sia quanto sia cruciale continuare a raccogliere dati della Luna rilevati da remoto. Ciò include l’attuale missione LRO e, si spera, le future missioni orbitali”. Lo studio, parzialmente finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, ha coinvolto anche ricercatori dell’Università di Padova e La Venta Geographic Explorations APS che hanno contribuito alle analisi geologiche e alla modellazione del condotto identificato. Lo studio ha importanza scientifica e implicazioni per lo sviluppo di missioni sulla Luna, dove l’ambiente è ostile alla vita umana. Le temperature superficiali sul lato illuminato della Luna possono raggiungere i 127 °C, mentre le temperature sul lato non illuminato possono scendere fino a -173 °C. Le radiazioni cosmiche e solari possono essere fino a 150 volte più potenti sulla superficie lunare di quelle che sperimentiamo sulla Terra e c’è una minaccia costante di impatto di meteoriti. Queste condizioni determinano la necessità di trovare siti sicuri per la costruzione di infrastrutture che possano supportare l’esplorazione sostenuta. Grotte come questa offrono una soluzione a questo problema.
Le grotte lunari, ovvero “tubi di lava” (ma senza lava):
“Ora l’analisi dei dati radar Mini-RF ci dice quanto potrebbero estendersi queste grotte”, ha affermato Noah Petro, scienziato del progetto LRO presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland. Come i “tubi di lava” che si trovano qui sulla Terra, gli scienziati sospettano che le grotte lunari si siano formate quando la lava fusa scorreva sotto un campo di lava raffreddata, o una crosta si è formata su un fiume di lava, lasciando un lungo tunnel cavo. Se il soffitto di un tubo di lava solidificato crolla, si apre una fossa, come un lucernario, che può condurre al resto del tubo simile a una caverna. Mini-RF è gestito dal Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, Maryland. LRO è gestito dal Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland, per la Science Mission Directorate presso la sede centrale della NASA a Washington. Lanciato il 18 giugno 2009, LRO ha raccolto un tesoro di dati con i suoi sette potenti strumenti, dando un contributo inestimabile alla nostra conoscenza della Luna. La NASA sta tornando sulla Luna con partner commerciali e internazionali per espandere la presenza umana nello spazio e riportare nuove conoscenze e opportunità.
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