Stretti in un abbraccio affettuoso, i figli ben vestiti dei Constable avevano chiaramente frequentato quella “scuola di simpatia, tenerezza e amorevole oblio di sé” che era la famiglia vittoriana ideale. Ancora oggi, il Met di New York chiama questo scatto “Mary Constable e fratello“, datando l’opero all’anno 1866. Oscar Gustav Rejlander prese in mano la macchina fotografica nel 1853 perché non riusciva a mantenersi con i proventi dei suoi ritratti. Sebbene fotografasse nudi, teste espressive e altri soggetti da far copiare ai pittori, si dedicò anche alla sua arte. A tal fine inventò elaborate scene di genere e allegorie morali che lo resero famoso (e quando i gusti cambiarono, infame), ma realizzò anche ritratti fotografici che non sono ancora passati di moda:
Dietro la sua casa di Londra, Rejlander costruì uno studio insolito con cinque finestre dalla forma strana, disposte giudiziosamente, che gli davano il controllo virtuale della sua illuminazione. Come un regista cinematografico, Rejlander pose i suoi modelli in modo informale e obliquo nella luce filtrata, risparmiando loro il riverbero e l’autocosciente interrogatorio del confronto diretto con la macchina fotografica. La freschezza e la vivacità che ottenne in questo modo sono evidenti in questo ritratto di un fratello e una sorella, che guardano come al loro futuro in un focolare ardente.
Fonte: https://www.metmuseum.org/art/collection/search/283096
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