Analisi CAMS dell’ozono totale della colonna sul Polo Sud tra il 01.07.2024 e il 12.09.2024 (Fonte: CAMS/ECMWF). SCARICA QUI L’ANIMAZIONE IN HD
Il Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS) monitora regolarmente le variabili atmosferiche che influiscono sulla formazione annuale del buco dell’ozono sopra il Polo Sud e ha osservato che il suo sviluppo è iniziato in ritardo rispetto alla media nel 2024. Ciò è legato principalmente ai cambiamenti delle temperature e dei modelli di vento nella stratosfera della regione, che portano a un inizio ritardato del processo di riduzione dell’ozono. Il 16 settembre si celebra la Giornata internazionale per la conservazione dello strato di ozono e si commemora la firma del Protocollo di Montreal del 1987 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono:
Grafico CAMS dell’area del buco dell’ozono il 13 settembre 2024. La linea rossa mostra i dati per il 2024 e la linea tratteggiata le previsioni per i 5 giorni successivi. La linea blu più spessa e scura rappresenta l’evoluzione del buco dell’ozono nel 2023, mentre la linea blu più chiara rappresenta il 2022. I colori grigi rappresentano i valori percentili e la mediana tra il 1979 e il 2021. (Credit: CAMS/ECMWF) SCARICA QUI L’IMMAGINE / SCARICA QUI I DATI
Il buco dell’ozono antartico si riferisce all’esaurimento chimico dello strato di ozono stratosferico in questa parte del globo ed è un fenomeno atmosferico che si verifica ogni anno durante la primavera dell’emisfero meridionale. In condizioni meteorologiche normali, il buco inizia a formarsi a metà-fine agosto e si chiude verso la fine di novembre. Lo sviluppo del buco dell’ozono antartico nel 2024 è iniziato in ritardo rispetto alla media, soprattutto a causa di interruzioni del vortice polare, in seguito a due episodi di improvviso riscaldamento stratosferico nel mese di luglio. Di conseguenza, i dati CAMS mostrano che i valori totali dell’ozono in colonna sulla maggior parte della regione antartica sono rimasti ampiamente al di sopra delle 220 unità Dobson (DU), il valore soglia utilizzato per definire il buco dell’ozono antartico, per un periodo di tempo più lungo. Al 13 settembre 2024, l’area totale del buco dell’ozono era di 18.48 milioni di km2, più piccola rispetto agli ultimi anni per questo periodo. Laurence Rouil, Direttore del Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera Copernicus (CAMS) presso ECMWF, commenta:
“Dai vulcani ai cambiamenti climatici, ci sono una miriade di fattori che giocano un ruolo, diretto o indiretto, nella formazione del buco dell’ozono antartico. Tuttavia, nessuno di essi è così impattante come le sostanze antropogeniche che riducono lo strato di ozono. Il Protocollo di Montreal e i successivi emendamenti hanno consentito allo strato di ozono di ristabilirsi e possiamo aspettarci che nei prossimi quarant’anni siano visibili ulteriori segni di ripresa. Questo dimostra come l’umanità sia in grado, attraverso la cooperazione internazionale e il processo decisionale basato sulla scienza, di trasformare il nostro impatto sull’atmosfera del pianeta.”
Il Protocollo di Montreal è stato creato per proteggere lo strato di ozono bandendo e controllando le sostanze che impoveriscono lo strato di ozono (ODS). È ampiamente considerato un successo collettivo globale, poiché grazie ad esso e ai successivi emendamenti che hanno accelerato l’impegno, è stato impedito un ulteriore deterioramento dello strato di ozono, tracciando la strada per il recupero. È importante sottolineare, tuttavia, che l’insorgenza tardiva del buco dell’ozono non è di per sé un segno di ripresa, ma piuttosto una conseguenza della naturale variabilità dei fattori atmosferici che hanno reso possibile il suo verificarsi.
Il CAMS pubblica grafici aggiornati con analisi, previsioni e animazioni sul buco dell’ozono per tutta la stagione sulla pagina di monitoraggio, che viene aggiornata regolarmente con le informazioni più recenti sull’argomento. Per maggiori informazioni sull’apertura tardiva del buco dell’ozono, prevista per il 2024, è possibile consultare questo articolo. E’ possibile seguire l’evoluzione del buco dell’ozono del 2024 nella pagina di monitoraggio dell’ozono del CAMS.
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