Che la temperatura globale stia aumentando rapidamente infrangendo record anno dopo anno, è ormai un dato assodato. Tuttavia, ulteriori evidenze scientifiche confermano che tale andamento appare sostanzialmente straordinario: in proporzione a tutti i cambiamenti climatici storici conosciuti, infatti, si tratterebbe della mutazione più rapida registrata nell’arco di 485 milioni di anni della terra. In soldoni, è vero che la Terra ha visto numerose ere geologiche caratterizzate dal notevole aumento della temperatura globale, ma è anche vero che tali cambiamenti si sono verificati in un lasso di tempo decisamente più lento rispetto a quanto sta accadendo attualmente. Il rischio, quindi, è che molte specie (uomo compreso) non riescano ad adattarsi a questi cambiamenti climatici, in parte causati dalle attività antropiche (inquinamento da gas di scarico ed altre attività umane, in aggiunta a quelle naturali, come le emissioni causate dai vulcani). “Comprendere come la temperatura media superficiale globale (GMST) sia variata negli ultimi mezzo miliardo di anni, un periodo in cui i modelli evolutivi di flora e fauna hanno avuto un’influenza così importante sull’evoluzione del clima, è essenziale per comprendere i processi che guidano il clima in quell’intervallo. Judd et al . presentano un record di GMST negli ultimi 485 milioni di anni che hanno costruito combinando dati proxy con modelli climatici (vedere la prospettiva di Mills). Hanno scoperto che la GMST variava in un intervallo da 11° a 36°C, con una sensibilità climatica “apparente” di circa 8°C, circa due o tre volte quella odierna” – osserva il ricercatore Jesse Smith. Nello studio scientifico – cui esito è stato pubblicato nella piattaforma online science.org – si riporta quanto segue:
Ecco cosa ha scoperto il gruppo di ricerca:
“Esiste una forte relazione tra PhanDA GMST e CO 2, che indica che la CO 2 è il controllo dominante sul clima del Fanerozoico. La coerenza di questa relazione è sorprendente perché su questa scala temporale, ci aspettiamo che la luminosità solare influenzi il clima. Ipotizziamo che i cambiamenti nell’albedo planetario e in altri gas serra (ad esempio, il metano) abbiano contribuito a compensare l’aumento della luminosità solare nel tempo. La relazione GMST-CO 2 indica una sensibilità “apparente” del sistema terrestre notevolmente costante (vale a dire, la risposta della temperatura a un raddoppio della CO 2 , inclusi feedback rapidi e lenti) di ∼8 °C, senza alcuna dipendenza rilevabile dal fatto che il clima sia caldo o freddo” – osservano gli autori dello studio scientifico. La conclusione:
Una storia di 485 milioni di anni della temperatura superficiale della Terra:
“PhanDA fornisce una stima statisticamente solida della GMST attraverso il Fanerozoico. Abbiamo scoperto che la temperatura della Terra è variata in modo più dinamico di quanto si pensasse in precedenza e che i climi serra erano molto caldi. La CO2 è il motore dominante del clima del Fanerozoico, sottolineando l’importanza di questo gas serra nel plasmare la storia della Terra. La coerenza della sensibilità apparente del sistema Terra (∼8°C) è sorprendente e merita ulteriori indagini. Più in generale, PhanDA fornisce un contesto critico per l’evoluzione della vita sulla Terra, nonché per i cambiamenti climatici presenti e futuri” – si legge nella conclusione dello studio scientifico, consultabile al seguente link: DOI: 10.1126/science.adk3705.
Fonte: https://www.science.org/doi/10.1126/science.adk3705
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