Nell’estremo oriente russo, tra le vette innevate dei monti Sikhote-Alin, nel 2012, due cuccioli di tigre siberiana, orfani e indifesi, venivano affidati alle cure esperte di un centro di riabilitazione. Boris e Svetlaya, così furono chiamati, crebbero insieme, legandosi indissolubilmente. Allontanati per favorire la ricolonizzazione di nuove aree, i due felini, una volta raggiunta l’età adulta, furono dotati di collari GPS e rilasciati in natura. Ma il destino aveva in serbo per loro un incontro sorprendente:
L’esemplare di tigre maschio ha percorso centinaia di chilometri per tornare dalla sua amata:
Mentre Svetlaya si adattava al nuovo ambiente, Boris, spinto da un istinto incontrollabile, intraprese un’odissea epica. Per oltre due anni, con una tenacia sorprendente, percorse centinaia di chilometri, superando ostacoli naturali e sfidando i pericoli della taiga, fino a ritrovare la sua compagna. Un viaggio straordinario, un’avventura che ha commosso gli esperti e ha dimostrato l’incredibile forza del legame che univa i due felini. Un’innovativo programma di conservazione ha permesso di seguire da vicino la storia di Boris e Svetlaya, due tigri siberiane orfane, rilasciate in natura nell’ambito di un progetto volto a ripopolare le foreste russe. Dotati di collari satellitari, i due felini sono stati monitorati costantemente, offrendo agli scienziati un’opportunità unica per studiare il comportamento di questi maestosi predatori:
In particolare, il caso di Boris ha suscitato grande interesse tra gli esperti. La sua lunga e determinata migrazione per raggiungere Svetlaya ha dimostrato che anche gli animali allevati in cattività possono sviluppare le abilità necessarie per sopravvivere in natura, sfatando alcuni preconcetti sulla reintroduzione in fauna selvatica.
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