“Più rischio tumori e infarti per chi non ha amici, effetti a livello molecolare”: lo riporta uno studio scientifico. La scoperta nelle proteine

Un recente studio congiunto anglo-cinese, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Human Behaviour, ha svelato un legame profondo tra la nostra salute e la qualità delle nostre relazioni sociali. I ricercatori hanno dimostrato scientificamente come l’isolamento e la solitudine possano influenzare il nostro organismo a livello molecolare, attraverso la produzione di specifiche proteine:

Le “proteine della solitudine”: un esercito invisibile contro la salute

Lo studio scientifico, condotto da un team di esperti delle università di Cambridge e Fudan, ha analizzato i dati di oltre 42.000 individui, esaminando nel dettaglio il loro profilo proteico. I risultati sono stati sorprendenti: sono state identificate ben 175 proteine associate all’isolamento sociale e 26 legate alla solitudine. Attorno al 2020, questo fenomeno potrebbe aver registrato un picco a causa del lockdown legato alla pandemia. Ma il fenomeno dell’isolamento sociale sembra sempre più galoppante tra i giovani, anche nel periodo post-pandemico. Ma come si manifesta a livello biologico questa solitudine? Le proteine coinvolte sono in grado di innescare infiammazioni, alterare la risposta immunitaria e favorire lo sviluppo di diverse patologie, tra cui malattie cardiovascolari, diabete e persino tumori.

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Un meccanismo complesso: come la solitudine agisce sul nostro corpo

Tra le proteine più studiate, l’ADM (adrenomedulina) riveste un ruolo chiave nella risposta allo stress. Livelli elevati di ADM sono associati a una riduzione del volume dell’insula, un’area cerebrale fondamentale per la percezione delle sensazioni corporee. Questo squilibrio può contribuire a un senso di disagio e a un aumento del rischio di morte precoce. Un’altra proteina, l’ASGR1, è stata collegata a un aumento del colesterolo “cattivo” e a un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Altre proteine, invece, sono coinvolte nello sviluppo della resistenza insulinica, un precursore del diabete, e nell’aterosclerosi, una patologia che può portare all’infarto.

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Un campanello d’allarme per la nostra salute

I risultati di questa ricerca rappresentano un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi biologici alla base del legame tra relazioni sociali e salute. La solitudine, spesso sottovalutata, si rivela essere un fattore di rischio per numerose patologie, agendo in modo silenzioso e profondo all’interno del nostro organismo. Lo studio ci ricorda l’importanza di coltivare relazioni significative e di cercare supporto sociale quando ci sentiamo soli. La nostra salute non dipende solo dalle nostre scelte alimentari o dallo stile di vita, ma anche dalla qualità dei nostri rapporti interpersonali. Investire nel benessere sociale significa investire nella nostra salute a lungo termine. L’esito della pubblicazione scientifica è consultabile online al seguente link: https://www.nature.com/articles/s41562-024-02078-1.

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