Un una sfida contro il tempo e contro una malattia rara: nel mese di gennaio del 2025, i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno compiuto un’impresa straordinaria. Una bambina di soli 8 anni, affetta da nefroblastoma, (un tumore renale particolarmente aggressivo), è stata sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico durato oltre nove ore. La massa tumorale, del peso di circa 1,5 chilogrammi, si era estesa in modo inusuale, invadendo non solo il rene ma raggiungendo anche il cuore. Una situazione complessa e rara, che si verifica in meno del 10% dei casi di nefroblastoma:
Il cuore della giovanissima è stato temporaneamente fermato:
L’equipe medica, composta da oncologi, chirurghi, cardiochirurghi e anestesisti, ha lavorato in sinergia per affrontare questa sfida. Prima dell’intervento, la piccola paziente è stata sottoposta a un ciclo di chemioterapia per ridurre la massa tumorale e facilitare l’operazione. Grazie all’ausilio di avanzate tecniche di imaging, i medici sono riusciti a mappare con precisione il tumore, preparando così un piano chirurgico dettagliato. L’intervento è stato un successo. La bambina, dopo un periodo di ricovero in terapia intensiva, sta ora recuperando bene. Si erano infiltrate nella vena renale, in un grande vaso sanguigno che trasporta il sangue dal rene al cuore. Proseguendo il suo percorso, il tumore aveva ostruito la vena cava inferiore, un’altra grande vena che porta il sangue dalle gambe e dalla parte inferiore del corpo al cuore. Infine, era arrivato fino all’atrio destro del cuore, formando un coagulo di sangue tumorale (una trombosi neoplastica). Questa estensione del tumore è molto rara e si verifica solo in una piccola percentuale di casi di nefroblastoma. Per affrontare questa sfida, i medici hanno messo in campo tutte le loro competenze. Prima dell’intervento, la giovanissima ha seguito un intenso trattamento con chemioterapia per ridurre le dimensioni del tumore e renderlo più facile da rimuovere. Nel frattempo, un team specializzato in immagini mediche ha creato una rappresentazione tridimensionale del tumore, offrendo ai chirurghi una mappa dettagliata del territorio da esplorare. L’operazione è stata un’impresa straordinaria. Per rimuovere la parte di tumore che aveva invaso il cuore, i chirurghi hanno dovuto fermare temporaneamente il cuore della bambina. Durante questo delicato momento, la circolazione sanguigna è stata mantenuta artificialmente con una macchina cuore-polmoni, che ha preso il posto del cuore e dei polmoni nel mantenere l’organismo in vita. Una volta rimossa la parte di tumore nel cuore, i chirurghi hanno completato l’intervento asportando il resto del tumore dalla vena cava inferiore. L’intera operazione è durata più di nove ore e ha richiesto l’impegno di un’equipe multidisciplinare, composta da oncologi, chirurghi, cardiochirurghi e anestesisti. Il tumore asportato era enorme, pesando circa un chilo e mezzo. Grazie a questo intervento complesso e delicato, Sara ha potuto iniziare il suo percorso di guarigione. La parte anestesiologica dell’operazione, che ha richiesto una sorveglianza costante delle condizioni della bambina, è stata affidata a un team specializzato in terapia intensiva cardiochirurgica.
Ha persino festeggiato il suo ottavo compleanno in reparto, circondata dall’affetto dei suoi familiari e del personale medico. Questa storia è un esempio luminoso dell’eccellenza della medicina pediatrica italiana e di come la collaborazione tra diversi specialisti possa fare la differenza nella vita di un bambino. Il nefroblastoma, sebbene raro, è il tumore renale più comune nei bambini. Si tratta di una malattia che colpisce soprattutto i più piccoli, tra i due e i tre anni. Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che siano legate a mutazioni genetiche che si verificano durante lo sviluppo embrionale. Il percorso di cura della bambina non è ancora terminato. Nei prossimi mesi, dovrà affrontare ulteriori terapie, come la radioterapia e la chemioterapia, per ridurre il rischio di recidive. Ma grazie alle cure ricevute e alla sua forza d’animo, le prospettive sono positive. Questa storia ci ricorda l’importanza della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica nella lotta contro le malattie infantili. E ci invita a non perdere mai la speranza, anche di fronte alle sfide più difficili.
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