Nel 2005, David Bustos scoprì per la prima volta le “impronte fantasma” al White Sands National Park, in New Mexico. Durante i periodi di umidità, queste impronte apparivano sulla superficie spoglia della terra, solo per scomparire nuovamente una volta che il terreno si asciugava. Questo fenomeno è diventato oggetto di studio e curiosità scientifica, portando alla scoperta di un’importante evidenza della presenza umana nell’America preistorica. Solo dieci anni dopo la prima scoperta delle impronte, nel 2016, i ricercatori confermarono che erano state lasciate da esseri umani. Recenti analisi hanno suggerito che alcune di queste impronte sono le più antiche conosciute in Nord America, datate tra i 21.000 e i 23.000 anni fa. Bustos ha espresso la sua eccitazione nel sapere che le impronte di mammut si trovano a un metro di profondità sopra le tracce umane, confermando una connessione nella storia ecologica della regione:
Metodologia di datazione:
Le impronte sono state datate attraverso lo studio di semi di Ruppia cirrhosa, una pianta acquatica che prosperava lungo le rive di un lago ora prosciugato. Questi semi, rinvenuti in strati di terra sia sopra che sotto le impronte umane, sono stati analizzati con tecniche di datazione al radiocarbonio, rivelando così un’importante cronologia di insediamento umano. La scoperta delle impronte di White Sands rappresenta la prima evidenza inequivocabile della presenza umana nelle Americhe. Il professore Matthew Bennett, principale autore dello studio, sottolinea l’importanza di queste impronte nel rafforzare altre prove di insediamenti umani antichi. Prima di questa scoperta, molte tracce di insediamenti erano state contestate, poiché si basavano su strumenti di pietra che potevano essere stati formati naturalmente o su manufatti spostati. Le impronte umane, rinvenute in tutta la parte orientale del parco, indicano che gli uomini vivevano lì per almeno 2.000 anni. Gli archeologi hanno utilizzato metodi non invasivi, come il georadar, per rivelare le impronte sotto la superficie. Le impronte più piccole, probabilmente lasciate da bambini e adolescenti, suggeriscono che le loro attività quotidiane spaziassero dal gioco alla raccolta di cibo. La geologa Cynthia Liutkus-Pierce dell’Appalachian State University nella Carolina del Nord, che ha studiato antiche impronte umane in Tanzania e non è stata coinvolta nella ricerca di White Sands, ha affermato che spesso è difficile datare il momento esatto in cui sono state lasciate le impronte fossilizzate, soprattutto quando sono state pressate in strati di fango, come a White Sands, e non in ceneri vulcaniche più facilmente databili. a tal proposito, riportiamo qui sotto i link ad alcuni video-approfondimenti diffusi sul web:
L’Ecosistema di White Sands:
All’epoca in cui sono state lasciate le impronte, White Sands non era il deserto che conosciamo oggi, ma una rigogliosa zona umida, popolata da mammut, bradipi e cammelli selvatici. Questi antichi insediamenti umani forniscono un quadro importante della vita dei nostri antenati e delle loro interazioni con l’ambiente circostante. Con la scoperta delle impronte fantasma, si amplia la nostra comprensione di quando gli esseri umani abbiano abitato le Americhe. Questi segni nel suolo non solo raccontano la storia di visitatori antichi, ma offrono anche una visione diretta delle dinamiche quotidiane di una società di cacciatori-raccoglitori. La ricerca continua a scavare in questi strati di storia, promettendo ulteriori rivelazioni su come i nostri antenati vivessero e si adattassero nel loro mondo. a tal proposito, riportiamo qui sotto i link agli studi scientifici di riferimento:
- Clicca qui per visualizzare l’esito dello studio scientifico del 2021 pubblicato su nature.com: https://www.science.org/doi/10.1126/science.abg7586
- Lo studio scientifico del 2020: https://www.nature.com/articles/s41598-020-64095-0
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