Navi imbottite di amianto, navi killer che per mezzo secolo dalla fine della seconda guerra mondiale al disarmo definitivo del 2005 hanno avvelenato i polmoni di centinaia di marinai, condannati a una morte lenta ma puntuale. Militari della Marina in servizio nelle basi di Monfalcone, La Spezia e Taranto. Finalmente il pm della procura di Torino Guariniello conferma le iscrizioni nel registro degli indagati dei vertici della forza armata e capi dello Stato maggiore in servizio fino alla fine degli anni Novanta.
Le ipotesi di reato: disastro colposo e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche per 223 casi di marinai morti per mesotelioma pleurico o peritoneale, tumori riconducibili all’esposizione da amianto, in tutta Italia. Ripercorsa la storia sanitaria e professionale delle vittime. Nei due anni di inchiesta gli investigatori e la Procura hanno raccolto tutti i casi sospetti e hanno ricostruito la storia lavorativa e sanitaria di ogni soggetto. Tra le vittime accertate vi sarebbero anche molti uomini che avevano svolto la leva sulle navi: fuochisti, motoristi, caldaisti e, in particolare, chi prestava servizio vicino alle centrali termiche delle imbarcazioni che avevano coibentazioni in amianto.
Infatti macchinari, tubature, cabine: tutto, di quelle imbarcazioni, era rivestito con il minerale tossico. In forma pura o impastato con altro materiale (si stima che in Italia ci siano ancora 23 milioni di tonnellate di “composti” contenenti amianto, ufficialmente vietato dal ‘92). E dunque: tra ex capi di stato maggiore e direttori generali, gli otto alti ufficiali chiamati a rispondere oggi davanti ai giudici sono solo i primi di una lista che potrebbe allungarsi a 50 entro la fine dell´anno.
Inoltre potrebbero emergere anche responsabilità dei cantieri costruttori delle navi, cosa già avvenuta in altri paesi. Negli Usa i marinai ammalati di malattie correlate all´amianto, sono risarciti dai cantieri che hanno realizzato le unità navali.
Mantre a fine settembre riparte il processo Eternit. per il quale lo scorso luglio sono stati emessi i capi di accusa e dichiarate le richieste delle parti civili. L’amianto ritorna protagonista di un nuovo e importante filone giudiziario.
Gli interessati ed i loro eredi potranno rivolgersi al sottoscritto Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”che per il tramite di esperti provvederà a fornire tutte le delucidazioni in ordine alla documentazione che occorre approntare per introdurre eventuale giudizio davanti alle Sezioni Giurisdizionali preposte.
La stessa documentazione sarà esaminata e valutata in via assolutamente gratuita da un esperti e consulenti in materia.
Lecce, 05 settembre 2011
Giovanni D’AGATA