2008: Yukihisa Fujita, un membro del Partito Democratico giapponese, ha improvvisamente sollevato la questione dell’undici settembre, di fronte a un parlamento a metà fra lo stupefatto e il divertito. La questione in ballo è una nuova legislazione “antiterrorismo”, all’interno della quale si colloca il dilemma – che pare essere profondamente vissuto in questi giorni dai giapponesi se rifornire o meno i voli americani che partono per andare a bombardare l’Afghanistan. Bisogna dire che il finale è in un certo senso sorprendente.
All’interno seconda e terza parte (totale 25 min. circa). Segue trascrizione completa del segmento (praticamente, la copia stampabile dei sottotitoli).
II PARTE:
III PARTE:
III PARTE:
Naturalmente possiamo solo rispondere per la traduzione dall’inglese all’italiano, ma non per quella dal giapponese all’inglese.
(Massimo Mazzucco)
TRASCRIZIONE:
FUJITA: Vorrei parlare delle origini di questa guerra al terrorismo. Come potrete ricordare, in novembre io ho posto la domanda se il terrorismo sia da considerare una atto di guerra oppure un crimine. La “guerra al terrorismo” è iniziata con gli attacchi dell’11 settembre. Quello che vorrei sapere è se questo fatto è stato causato dal AlQueda oppure no. Noi non abbiamo visto nessuna prova reale che si trattasse di AlQueda.
Vorrei sapere perché il Primo Ministro pensa che siano i Talebani i responsabili degli attacchi dell’11 settembre. Voglio chiederlo al Primo Ministro perché lui era Ufficiale Capo di
Gabinetto in quel periodo.
PRIMO MINISTRO: Secondo le informazioni segrete ottenute dal nostro governo e secondo i
rapporti pubblicati da governi stranieri, gli attacchi dell’11 settembre sono stati portati a
termine da una organizzazione terroristica internazionale conosciuta come AlQueda.
FUJITA: Quindi lei sta parlando sia di informazioni segrete che pubbliche.
Mi domando se il governo giapponese abbia condotto una propria indagine, usando la polizia
e altri mezzi. Si tratta di un crimine quindi è certamente necessario che sia fatta un’indagine.
Quando un giornalista giapponese è stato ucciso a Myanmar voi avete fatto un’indagine. Nello
stesso modo sono morti oltre venti giapponesi, quindi certamente il governo avrà fatto la sua
indagine. Quindi, che tipo di indagine avete fatto? In quel periodo lei era Segretario Capo di
Gabinetto, e sicuramente lo sa meglio di chiunque altro, per cui chiedo a lei della vostra
indagine.
PRIMO MINISTRO: Dopo gli attacchi dell’11 settembre l’Agenzia di Polizia Nazionale ha
mandato una squadra di emergenza antiterrorismo a New York. Si sono incontrati con gli
ufficiali del governo americano e hanno raccolto le informazioni sui giapponesi dispersi.
FUJITA: Quindi lei mi sta dicendo che oltre 20 persone sono morte come risultato di un
crimine, e che la maggior parte di quelle persone lavorava a New York. C’erano anche dei
giapponesi che sono morti sui quattro aerei che sono stati dirottati. Vorrei sapere esattamente
quante persone sono morte negli edifici e quante sono morte sugli aerei. Vorrei anche sapere
come si è avuto la conferma di queste informazioni, e vorrei che il Ministro degli Esteri mi
rispondesse.
MINISTRO DEGLI ESTERI: Abbiamo trovato i corpi di oltre una dozzina di giapponesi in
seguito ai simultanei attacchi terroristici portati a termine l’11 settembre. Siamo anche stati
informati della morte di altre 11 persone dalle autorità americane. In totale 24 giapponesi sono
morti negli attacchi. Di questi, due si trovavano sugli aerei.
FUJITA: Vorrei chiedere quali erano i voli nei quali sono morti i due giapponesi, e come
avete determinato la loro identità.
Se per caso il Ministro degli Esteri non lo sapesse, va bene anche la risposta di un funzionario.
CAPO DIPARTIMENTO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI RYOJL TANIZAKI: Visto che
si tratta di fatti posso rispondere io. Come ha detto il Ministro degli Esteri, delle 24 persone
morte due si trovavano sugli aerei.
Uno di loro era sul volo 93, e l’altro era sul volo American Airlines 11.
Riguardo al modo in cui l’abbiamo saputo, non ho le informazioni davanti a me, ma ci è stato
comunicato dalle autorità americane, e in generale loro usano il test del DNA, quindi crediamo
che sia questo il modo in cui noi sappiamo di quelle due persone.
FUJITA: Quindi lei mi sta dicendo che non lo sa perchè non ha la documentazione davanti, e
mi sta anche dicendo che lei crede che si sia stato l’esame del DNA, ma non è sicuro.
Quello che voglio dire oggi è che si è trattato di un crimine, e i crimini dovrebbero essere
investigati. In seguito il governo deve informare i familiari delle vittime dei risultati della loro
investigazione.
Invece di osservare semplicemente l’anniversario dell’11 settembre, ogni anno, dovreste
raccogliere informazioni e comportarvi di conseguenza.
Quindi negli ultimi sei anni avete dato alle famiglie delle vittime delle informazioni? Vorrei
chiedere al Ministro degli Esteri di rispondere.
MINISTRO DEGLI ESTERI MASAHIKO KOMURA: Quindi lei non vuole più sapere come
hanno confermato le morti dei giapponesi, lei vuole sapere di che cosa abbiano informato i
familiari delle vittime? Abbiamo dato alle famiglie informazioni riguardo ai resti, e riguardo
alla ricompensa economica. Inoltre, per 13 giapponesi di cui sono stati trovati i resti abbiamo
aiutato le famiglie per le formalità.
Finanziamo anche le visite dei familiari delle vittime al World Trade Center ad ogni
anniversario.
FUJITA: Non ho molto tempo. Parliamo delle informazioni sospette che stanno venendo fuori,
e dei dubbi che la gente ha nel mondo sui fatti dell’11 settembre.
Molti fra gli scettici sono persone importanti. In queste circostanze io credo che il governo
giapponese, che sostiene che gli attacchi siano stati portati a termine da AlQueda, dovrebbe
fornire ai familiari delle vittime queste nuove informazioni.
E’ in questo contesto che vorrei porre svariate domande. Vorrei chiedere a tutti i membri della
Commissione di guardare le fotografie che vi ho fatto avere.
Si tratta di prove concrete, nella forma di fotografie e altro tipo di informazioni.
La prima immagine è un fotomontaggio che mostra quanto grande fosse l’aereo che ha colpito
Pentagono. Un 757 è un aereo decisamente grande, con una larghezza di 38 metri. Come
potete vedere, nonostante un aereo di queste dimensioni abbia colpito il Pentagono, c’è solo un
buco che è troppo piccolo per l’aereo.
In questa immagine potete vedere dei pompieri in azione. Non ci sono i danni che
normalmente un aereo di quelle dimensioni dovrebbe causare. Guardate il prato antistante,
notate come non ci siano le parti dell’aereo.
Guardiamo anche la terza immagine, sempre del Pentagono, che è presa da una trasmissione
televisiva. Le didascalie indicano che il tetto del Pentagono è ancora intatto.
Nuovamente, nonostante debba essere stato colpito da un aereo enorme, non ci sono
sufficienti danni corrispondenti.
Passiamo adesso alla prossima immagine, che mostra un foro. Come il Ministro Komura sa, il
Pentagono è un edificio molto robusto, con molti muri, eppure l’aereo li ha perforati.
Ma come voi sapete gli aerei sono fatti coi materiali più leggeri possibile. Un aereo fatto di
materiali così leggeri non può aver fatto un foro del genere.
Ora vorrei mostrarvi un’immagine di come l’aereo ha colpito l’edificio.
L’aereo ha fatto una inversione a “U” evitando l’ufficio del Ministro della Difesa, e ha colpito
l’unica parte del Pentagono che era stata specialmente rinforzata per reggere a un attacco con
esplosivi.
A metà della pagina 5 c’è anche il commento di un ufficiale dell’aviazione americana: “Ho
pilotato i due modelli di aereo usati l’11 settembre, e non posso credere che qualcuno che sta
volando per la prima volta riesca a compiere quel tipo di manovra”.
Come inoltre sapete non sono state recuperate le scatole nere della maggioranza di questi
quattro aerei.
C’erano poi più di 80 telecamere di sicurezza al Pentagono, ma ci hanno negato di vedere
quasi tutto il materiale.
In ogni caso, come avete visto, non c’è un’immagine dell’aereo o dei suoi resti in alcuna di
queste fotografie. E’ molto strano che nessuna immagine di questo genere ci si sia stata
mostrata. Come sapete le forze di difesa giapponesi hanno la loro sede Ichigaya.
Potete immaginare se un aereo colpisse una grande città, se un’ora e mezza dopo che un aereo
ha colpito New York, che un aereo colpisca il Pentagono?
In questa situazione, come possono i nostri alleati aver permesso un attacco del genere? Vorrei
che il Ministro della Difesa rispondesse a questa domanda.
MINISTRO DELLA DIFESA FUYUSHIBA ISHIBA: Non sono preparato, quindi risponderò
a braccio. In una situazione del genere la nostra aviazione manderebbe dei jet per abbattere
qualunque aereo.
La Corte Costituzionale tedesca ha escluso questa possibilità. Nel caso del Giappone la nostra
reazione dovrebbe dipendere dal tipo di aereo, da chi lo sta pilotando, e dalle sue intenzioni.
Probabilmente avremmo delle forze di difesa che gli volano accanto, e aspetteremmo una
decisione a livello governativo. Visto che un aereo avrebbe a bordo molte persone, dovremmo
discutere che cosa fare.
C’è stato un caso, molto tempo fa, quando un aereo Cessna si è abbattuto sulla casa di una
persona che si chiamava Yoshio Kodama.
C’è stato anche un aereo delle aerolinee All Japan che è stato dirottato, e il pilota è stato
ucciso.
Sarebbe meglio che cose del genere non succedessero, ma dobbiamo preparare nuove leggi
per situazioni simili e discuterle in parlamento.
FUJITA: Poiché il tempo sta finendo vorrei mostrarvi un nuovo indizio. Per favore guardate
questo cartello. La prima immagine è quella che vedete spesso delle tue torri colpite dagli aerei dirottati.
Io potrei capire se questo fosse successo subito dopo che sono state colpite, ma qui si possono
vedere ei grossi pezzi di materiale che volano a grandi distanze nell’aria.
Alcuni sono volati a 150 metri di distanza. In questa immagine si possono vedere oggetti che
volano come se ci fosse stata un’esplosione.
Questo è un’immagine che ho preso da un libro. Vi può dare un’idea di quanto lontano siano
volati gli oggetti.
La terza immagine è quella di un pompiere che ha partecipato ai soccorsi, il quale parla di una
serie di esplosioni nell’edificio, che sembravano quelle di una demolizione professionale.
Non possiamo presentare il video oggi, quindi ho la traduzione di quello che dice il pompiere:
“E’ stato un boom boom boom, come se ci fossero delle esplosioni”.
Qui c’è qualcosa che ha detto una squadra di ricerca giapponese riguardo agli ufficiali del
corpo dei pompieri e al ministro delle costruzioni. Hanno intervistato una sopravvissuta
giapponese, che ha detto che mentre scappava ha sentito delle esplosioni. La sua
testimonianza compare in un rapporto preparato con l’aiuto del ministero delle costruzioni e
del corpo dei pompieri.
Ora vorrei che osservaste la seguente immagine. Normalmente si dice che le torri sono crollate
perchè sono state colpite dagli aerei. Ma a un isolato di distanza dalle Torri Gemelle c’era
l’edificio numero 7.
Lo si può vedere in questa cartina, a un isolato di distanza dal World Trade Center. L’edificio
è crollato sette ore dopo che le torri del World Trade Center sono state colpite.
Se potessi mostrare un video sarebbe facile capire, ma guardate questa immagine: è un
edificio di 47 piani che è crollato in questo modo.
L’edificio cade in 56 secondi, più o meno alla velocità di un oggetto in caduta libera nel
vuoto.
Questo edificio cade come lo vedreste cadere in uno spettacolo kabuki. Inoltre cade
mantenendo la sua forma.
Ricordate che non è stato colpito da un aereo. Bisogna quindi chiedersi come fa un edificio a
cadere in quel modo a causa del fuoco dopo sette ore.
Questa è la copia del rapporto della commissione 11 settembre. Il rapporto è stato pubblicato
dal governo americano nel luglio 2004, ma questo rapporto non parla del crollo dell’edificio
che ho appena descritto. Non è nemmeno citato. Anche la FEMA ha pubblicato un rapporto
nel quale dimentica di citare questo edificio.
Molte persone credono, specialmente per la storia dell’edificio numero 7, che ci sia qualcosa
di strano. Poiché questo è incidente in cui molte persone sono morte, molti pensano che debba
essere investigato.
Vorrei chiedere all’esperto economico Sr. Asao di dirmi qualcosa di più sulle “put options”.
Perchè una cosa del genere avvenisse, sarebbe stato necessario un gruppo di persone con
grandi quantità di soldi, precise informazioni dall’interno e una certa esperienza finanziaria.
E’ possibile che una manciata di terroristi in Afghanistan e Pakistan abbia portato a termine
una serie di transazioni così delicate e su larga scala?
Chiedo al Sr. Asao di rispondere.
ASAO: Per “put options” si intende un accordo per vendere delle azioni in un certo giorno a
un prezzo prefissato.
In questo caso qualcuno deve aver avuto informazioni riservate per portare a termine queste
operazioni, perchè nessuno avrebbe potuto prevedere che queste aerolinee avrebbero visto i
loro aerei dirottati.
Quindi io credo che questo sia stato certamente un caso di “insider trading”.
FUJITA: Quindi, io non credo che il nostro governo abbia agito correttamente, indagando su
questo incidente e chiedendo spiegazioni al governo americano.
Per adesso non abbiamo ancora iniziato a rifornire le navi americane, e credo che dobbiamo
tornare al punto di partenza, invece di fidarci ciecamente della spiegazione fornita dal governo
americano, e delle informazioni indirette che ci hanno fatto avere.
Ci sono state troppe vittime, quindi credo che dobbiamo nuovamente partire da zero.
Dobbiamo domandarci quali siano le vere vittime di questa guerra al terrorismo, e io penso
che le vittime siano i cittadini del mondo intero.
Qui in Giappone scompaiono le pensioni e scompaiono i dati sulle vittime del sangue
contaminato dall’epatite C.
Ma tutto quello che vi ho mostrato oggi è basato su fatti e su prove dimostrabili.
Parliamo delle scatole nere che scompaiono, degli aerei che scompaiono, dei resti umani che
scompaiono.
Anche molti dei resti di questi edifici sono scomparsi.
Persino la FEMA ha detto che questo ha impedito una investigazione adeguata.
Dobbiamo guardare a queste prove, e domandarci che cosa sia davvero questa “guerra al
terrorismo”.
Io credo che per porre fine al terrorismo dobbiamo approvare una legge che aiuti davvero la
gente dell’Afghanistan.
Mi piacerebbe che Mr. Inuzuka parlasse della legge e della lotta al terrorismo.
INUZUKA: Fra i problemi sollevati dal PM Fujita quello di cui dobbiamo preoccuparci di più
è che la gente in Afghanistan possa vivere in pace. Questo sta al cuore del problema di porre
fine al terrorismo.
Senza affrontare il cuore del problema, e continuando semplicemente a rifornire il carburante,
senza pensare alla situazione nel suo insieme, nè alle persone coinvolte, non ha senso
discutere questa legge.
Questa legge deve essere fatta per la pace e la sicurezza del popolo afghano. Il nostro paese
deve promulgare una vera legge contro il terrore
FINE TRASCRIZIONE
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