In un periodo nel quale combattere la piaga dell’evasione fiscale è divenuta un’esigenza sempre più urgente, si immagina che l’azione degli inquirenti si stringa sempre di più intorno ai grandi evasori. E invece, mentre spesso molti di questi ripuliscono al minimo della quota grandi capitali nascosti al fisco, capita a volte che a essere tartassati siano piccoli imprenditori e commercianti.
È il caso di Stefano Karis, il proprietario del bar “Gianni” di Piazza Garibaldi, a Trieste, multato dalla Guardia di Finanza con una sanzione amministrativa che potrà arrivare a 516 euro per aver evaso 10 centesimi. Proprio così: l’uomo aveva battuto uno scontrino da 1 euro, valido per un semplice caffè, piuttosto che quello da 1,10 euro, per un decaffeinato.
Alle Fiamme Gialle Karis ha spiegato che si è trattato di un errore di battitura, ma non c’è stato molto da fare. Non potendo dimostrare che si è trattato di uno sbaglio, gli inquirenti hanno dovuto redigere il verbale. L’uomo ha raccontato la sua disavventura su Facebook, e spiegato ai giornali locali l’accaduto: “il mio cliente è stato avvicinato da un finanziere in borghese uscendo dal bar”, ha raccontato Karis, “e gli ha chiesto cosa aveva consumato poco prima. Un ‘deca’, si è sentito rispondere. Quindi è tornato dentro per verificare, solo che io per sbaglio avevo premuto in cassa il tasto “caffè” e non “decaffeinato” e ho fatto lo scontrino sbagliato, cioè quello da 1 euro, facendo pagare al cliente 1,10 euro. Il problema sta nel fatto che non posso dimostrarlo, perché sul bancone erano rimasti vari scontrini da 1 euro di varie consumazioni. Poteva essere uno di quelli, ma è stato impossibile provarlo, proprio perché mancava uno da 1,10. Ma per errore, non con l’intenzione di fare l’evasore fiscale”.
Ora Karis, oltre che a una multa stellare, rischia anche la sospensione della licenza e la chiusura del negozio. “Non sono un evasore, faccio il mio lavoro nel pieno rispetto delle leggi” ha dichiarato l’uomo. “Deciderà l’Agenzia delle entrate cosa fare. La mia idea, comunque, è che quando uno lavora può sbagliare. Accanirsi contro di noi non lo ritengo corretto,per appena dieci centesimi veniamo trattati come quelli che rubano migliaia o milioni di euro”. (FONTE)