‘The Ice Bucket Challenge’ è stato utile: scoperti in italia i geni chiave della malattia grazie a ricerche finanziate con le donazioni

Mark-Hamil-ice-challengeIl tanto discusso ‘The Ice Bucket Challenge’, ha raggiunto un grande traguardo: la sfida virale avviata nel 2014 con simboliche‘docce’ d’acqua a fini benefici, ha comportato la raccolta di 115 milioni di dollari di donazioni, che hanno potuto finanziare vari progetti di ricerca fra cui il ‘MinE’, al quale hanno aderito 80 ricercatori in 11 Paesi. Il team ha messo in evidenza il ruolo chiave del gene Nek1. I due studi per combattere la Sla familiare la Sla sporadica dall’IRCCS sono stati effettuati presso l’Istituto Auxologico Italiano – Dipartimento di Fisiopatologia e Trapianti – e dal Centro “Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano.

 “Non possiamo ancora dire che la Sla ha i minuti contati, ma di certo la ricerca italiana si sta impegnando da anni per venirne a capo, sia in senso diagnostico che terapeutico. Al mosaico si aggiungono oggi due importanti tasselli che a buona ragione possono essere considerati storici, per vastità, importanza della ricerca e della rivista che proprio oggi ne diffonde i risultati.  Un traguardo, questo, che potrà segnare la storia recente e futura nella ricerca e nella cura della patologia”, hanno spiegato gli autori della ricerca in una nota diffusa su Repubblica. I due studi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ‘Nature Genetics’.

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Il primo studio, ha confermato il gene NEK1 nel ruolo patogenetico delle forme familiari: viene ora definito come causa, mentre il secondo studio conferma il ruolo di un altro gene, SARM1, nella sua associazione alla malattia. Uno studio che “assume un particolare significato perché rappresenta il primo prodotto del progetto mondiale MINE a cui anche l’Italia aderisce, volto al sequenziamento completo del genoma di pazienti affetti da Sla sporadica . Il lavoro di Nature Genetics trova quindi il mondo scientifico allineato in un preliminare sforzo di identificazione delle cause della Sla”.

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Tra i promotori dell’iniziativa, anche Bill Gates. Lo storico fondatore di Microsoft, da anni ufficialmente impegnato con gli aiuti umanitari, è anche ricordato dal web per le sue affermazioni inquietanti sull’abbassamento della popolazione mondiale, rischiando di trasformare l’iniziativa nell’ennesima trovata da VIP e ricchi snob in cerca di visibilità e chissà di cos’altro.

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Tuttavia, chi aveva dubbi sulle reali finalità della “competizione” diffusa sui social qualche anno fa, oggi, salvo ulteriori sorprese, potrebbe aver ottenuto una risposta concreta, anche se resta la rabbia per il fatto che a finanziare tali ricerche debbano essere semplici cittadini pronti a gettarsi del ghiaccio in testa piuttosto che i ministeri dei nostri governi che invece molto spesso finanziano banche private ed eserciti da guerra.

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