“Prima noi poi loro, ma mi sembra anche giusto siamo in Italia, mica in Finlandia”. E’ arrabbiato e deluso dalle istituzioni Adriano Morea, l’uomo che insieme al figlio e al fratello ieri è stato sfrattato da un appartamento occupato a San Basilio, per lasciare il posto ad una famiglia marocchina regolarmente assegnataria dall’Ater. “Ho vissuto tre anni nella cantina di questo palazzo – ci racconta – poi sono riuscito a comprarmi un camper e da quattro anni vivo lì”. Da agosto i tre avevano occupato lo stabile pietra dello scandalo. “Era libero e noi avevamo bisogno di una casa, non siamo razzisti ma ci siamo prima noi” spiega il figlio Enzo. Ieri i residenti hanno protestato per lo sgombero, costringendo la famiglia marocchina ad andarsene. “Non si tratta di razzismo, ma loro vivono in una roulotte da anni, lo Stato deve pensare prima a loro” dicono gli inquilini.
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