Camorra, 31 ordinanze contro il clan dei Casalesi. Un arresto a Formia (Latina)



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Ci sono Gaetano Cerci, l’imprenditore dei rifiuti condannato per il traffico di sostanze tossiche dal Nord Italia e importante colletto bianco dei Casalesi con accertati legami con la P2 di Licio Gelli, e l’ex marito di Katia Bidognetti, Giovanni Lubello, già coinvolto in precedenti indagini antimafia, tra le 31 persone arrestate (29 in carcere e due ai domiciliari) questa mattina nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda di Napoli – Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli e sostituto Alessandro D’Alessio – e condotta dalla Dia, dalla Squadra Mobile di Caserta, dai carabinieri di Casal di Principe e dalla Guardia di Finanza di Formia.

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Le indagini hanno accertato l’operatività del clan Bidognetti, soprattutto nei comuni di Castel Volturno e Casal di Principe, anche negli anni 2013-2015, ovvero quando ormai i vertici della cosca aerano tutti detenuti. Cerci, condannato lo scorso anno a 16 anni di carcere nell’ambito del processo Resit sul traffico di rifiuti diretto negli anni dai Casalesi e sul disastro ambientale provocato dallo sversamento illegale di rifiuti tossici nei siti campani, ha ricevuto in carcere, essendo già detenuto, l’ordinanza per associazione camorristica dalla Squadra Mobile diretta da Filippo Portoghese che ha notificato in totale 25 dei 31 provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Napoli; Lubello, condannato a cinque anni nel processo in abbreviato cosiddetto il «Principe e la Scheda Ballerina», in cui è imputato, nel rito ordinario, anche Nicola Cosentino, è invece finito ai domiciliari a Formia (Latina), dove è stato arrestato dalla Guardia di Finanza della locale Compagnia.

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I carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno invece notificato il provvedimento in carcere a Luigi Bitonto, già detenuto perché arrestato nei mesi scorsi per le estorsioni ai lidi balneari di Castel Volturno. Ordinanze in carcere sono state poi notificate anche ai componenti dell’ala militare dei Casalesi, ovvero a coloro che hanno preso il posto di Giuseppe Setola e dei suoi killer, tutti arrestati tra il 2008 e il 2009. Ci sono Dionigi Pacifico, negli anni ’90 uomo di Vincenzo De Falco poi passato alla fazione vincente dei Casalesi guidata da Schiavone e Bidognetti, ritenuto il capo della nuova ala del clan che si occupava di fare estorsioni a tappeto, sia a imprenditori e operatori economici del territorio che a gestori di attività illecite, come i contrabbandieri di sigarette o i soggetti che gestivano la prostituzione.

L’operazione, che si è svolta anche con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Campania della Polizia di Stato e di un elicottero del Reparto Volo di Napoli, ha interessato i comuni di Castel Volturno (Ce), Casal di Principe (Ce), Santa Maria Capua Vetere (Ce), Parete (Ce), Napoli, Salerno, Frosinone, Formia (Lt), L’Aquila e Lanciano (Ch).

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Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e dal Centro Operativo D.I.A. di Napoli, avevano come oggetto le attività illecite, prevalentemente di natura estorsiva, messe in atto dal clan dei Casalesi – gruppo Bidognetti e consentivano di rilevarne l’evoluzione e le dinamiche organizzative, individuando, di volta in volta, coloro che ne avevano assunto la reggenza dalla seconda metà del 2013 ad oggi.

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